Quando il sushi è un'arte (figurativa)
Molto più che cucina: quando l'ingrediente principale è la creatività
Avete mai provato a cucinare da sole maki, sushi, California rolls e altre squisite diavolerie nipponiche? Se sì, saprete certamente quanto può mettere a dura prova la vostra pazienza questo tipo di cucina. Oltretutto, non so qual è la vostra esperienza e forse io sarò un caso-limite, ma ottenere un risultato, diciamo… “presentabile” è quanto meno improbabile. Con anni di esperienza e studi appositi si può diventare veri maestri del sushi – anche se io rimango convinta che una certa componente genetica per comporre quei geniali rotolini sia necessaria – ma c’è chi si spinge più in là, fino a farne una vera arte, e non solo culinaria.
È da un po’ che non parliamo dell’arte del cibo – di artiste tra cucina e disegno avevamo già conosciuto Ida Frosk e Leah Rosenberg.
Oggi incontriamo una cuoca di Tokyo, Takayo Chiyota, meglio nota come “Tama-chan”, che è arrivata a padroneggiare la preparazione di sushi a un livello tale da creare veri e propri disegni! Per creare questi piccoli capolavori l’artista – che conduce anche corsi di cucina nel quartiere di Omotesando, se vi capita di passare per la metropoli giapponese (qui le info) – usa riso per sushi, alghe e coloranti alimentari, e una volta tagliata la sezione ecco che il disegno compare. Si sbizzarrisce con i temi più vari, alcuni francamente anche indecifrabili – come quello del feto, o quello delle mosche che ronzano intorno a un cumulo di cacca. Ma giudicate da sole: incredibili, no?