Chez Bobo Bijoux: fare dell'hobby un'arte
Dal wire wrapping all'assemblaggio di perline: Silvia Pettenati, in arte Chez Bobo Bijoux, ci racconta dei suoi gioielli, della creatività come stile di vita e dell'uso di Internet per l'autopromozione
Se è vero quanto è vero che si sta facendo spazio sempre più forte in Italia e nel mondo il movimento del saper fare, di un artigianato nuovo e del fatto a mano, di piccole produzioni indipendenti che usano la rete per promuoversi e raggiungere un pubblico ben più vasto di quello cui potrebbe aspirare una piccola bottega, beh, Silvia Pettenati ne è sicuramente una ottima rappresentante.
Esperta nella tecnica del wire wrapping, Silvia in arte Chez Bobo Bijoux realizza gioielli in rame battuto a mano e promuove il suo lavoro sulla rete, con la vendita online e con i social network, che come dice lei stessa usa a mo’ di “martello pneumatico” e che le hanno permesso di fondare il gruppo di creative noto con il nome di Handmade Invaders.
Qualche domanda a questa simpatica chiaccherona
Silvia Pettenati in arte Chez Bobo, la creatività è per te un secondo lavoro: come vivi questa suddivisione della tua vita e come gestisci il tuo tempo tra le due attività?
La suddivisione non esiste se non come concetto puramente astratto e/o teorico. Il mio lato creativo è presente sempre, fortunatamente non sono divisa in compartimenti stagni in forza dei quali ad una certa ora del giorno smetto i panni di Silvia e vesto quelli di ChezBobo. È il tempo quello che manca, ma non solo per la creatività. Manca per tutto. Siamo un popolo in corsa, in perenne affanno. E quindi siamo costretti ad adeguarci. Lo stesso vale per me. Rubacchio il tempo che trovo.
I tuoi gioielli sono realizzati per lo più con la tecnica del wire wrapping, ma fai anche assemblaggio creativo di perline ricercate.
Quale tecnica prediligi per le tue creazioni?
Il wire wrapping è un amore recente, che mi coinvolge perché rappresenta una bella sfida; poi l’idea di partire da un filo di metallo per creare un gioiello è estremamente romantica, non trovi? Ciò non toglie che spesso torno agli albori, utilizzando la tecnica dell’assemblaggio per la creazione di gioielli in stile vintage. Ma il wire wrapping mi affascina di più; mi permette di creare storie di cui sono l’unica artefice; io decido le curve, le volute, le direzioni. È la mia storia.
Spesso un limite alla creatività è l’organizzazione di uno spazio “domestico” per dare libero sfogo alle idee. Che consigli daresti a chi deve ancora decidere se e come dare vita a un laboratorio casalingo?
Questa domanda mi fa sorridere, soprattutto se ripenso alla foto del mio laboratorio pubblicata su LikePicasso. Per chi non l’avesse vista, e spero siano in molti, si trattava di un tavolaccio in legno sul quale era ammassato di tutto. Ecco, non seguite il mio esempio. Innanzitutto evitate di colonizzare un angolo di una stanza, ma regalatevi una stanzetta, seppur piccola, tutta per voi. Tenete tutto in ordine, magari utilizzando scatoline handmade dove riporre gli strumenti di lavoro e la minuteria. Segnate sulle scatoline il contenuto, così da non doverle aprire tutte quando cercate qualcosa. Procuratevi una sedia comoda, magari con le rotelle, e una radio a farvi compagnia. Diciamo che così le cose principali ci sono: siete pronte per dare il via alle danze.
Molti creativi utilizzano anche più di uno strumento di vendita online. Tu hai scelto di vendere esclusivamente con un unico canale. Come mai questa scelta?
In passato ho utilizzato diverse piattaforme, tutte straniere. Ho avuto 3 negozi contemporaneamente ed è stata, in definitiva, solo una dispersione di energie. Poi è arrivato Blomming. La novità, la piattaforma che rompe le regole, che mescola le carte in tavola, che crea un nuovo modo di intendere il social commerce. È stato amore a prima vista. E mi sono lanciata in questa nuova avventura, con entusiasmo, con curiosità, con tante aspettative. Ho scelto Blomming anche perché ci è stata offerta la possibilità di crescere insieme, di collaborare e di esprimere le nostre opinioni. Blomming è anche dei Blommers… è come quando fai un lungo viaggio e finalmente torni a casa. Ecco, la sensazione è questa.
Come usi Internet per promuovere la tua attività?
Come un martello pneumatico, semplicemente. Utilizzo i principali canali come Facebook e Twitter, ma anche YouTube e il blog. Ho un sito in costruzione, che senz’altro non finirò mai e da Internet uso gli strumenti per modificare le foto, ottimizzando tempi e resa. Per me, che non faccio mercatini, Internet è sia fine che mezzo. E la parola d’ordine è visibilità. Fino adesso chi mi ha dato maggiori soddisfazioni in termini di visibilità è stato senz’altro Facebook attraverso la pagina fan.
Sappiamo che fai parte del collettivo creativo delle “Handmade Invaders”: che tipo di esperienza state facendo insieme?
Ecco, appunto, ne approfitto per lanciare un appello: sono tutte pazze, sal-va-te-mi!!!
Scherzi a parte, sono tutte fantastiche. Siamo in dieci per 9 brand, proveniamo da diverse regioni d’Italia, da nord a sud isole comprese, con età variabili dai 30 ai 46 anni. Un mix eterogeneo, nato per autopromuovere i rispettivi shop su Blomming. Abbiamo un gruppo su Facebook, naturalmente segretissimo e inaccessibile, dove ci riuniamo per parlare delle attività comuni, dei lanci su Hi, sulle iniziative in cantiere. Insomma, facciamo dei veri e propri brainstorming. Ci consigliamo, ci critichiamo, ci analizziamo. Sostanzialmente, da un punto di vista creativo, stiamo crescendo insieme. È un’esperienza che consiglio caldamente; se tu, che mi stai leggendo, hai una mezza idea di creare un gruppo del genere, fallo perché è estremamente costruttivo ed arricchisce anche e soprattutto a livello umano.
Il tuo gioiello preferito tra quelli realizzati da te?
Senz’altro “Maternità”. Una farfalla, in ottone grezzo. Gli ho incurvato le ali. L’ho bucata in vari punti. Gli ho fatto passare dei fili di rame, come se fossero delle pezze. Una farfalla vecchia? Una farfalla malata? Non è dato sapere. Delle perle assemblate a forma di fiore, nel suo centro. Una farfalla, piccola, di lato, abbarbicata, legata, legami indissolubili ed eterni: il figlio. Maternità parla di me, è forse il mio gioiello più autobiografico e con più anima.
Il tuo gioiello preferito tra quelli realizzati da altri?
Il gioiello che ultimamente mi ha entusiasmato di più è stato pensato e realizzato da una mia cara amica: Silvia de “la Bohemien”. Immagina di indossare l’arte. Ma l’arte vera, eh? Parlo di Van Gogh, ad esempio. Te lo ricordi “il vaso con Iris”? Silvia ne ha realizzato un pendente modellandolo totalmente a mano con il fimo e aggiungendo delle murrine, dei fili di ottone e delle perline effetto madreperla. Il risultato è un gioiello non convenzionale, fresco e diretto come chi l’ha inventato. Non aggiungo altro, perché l’immagine parla da sola.
Finiamo con i programmi per l’anno nuovo. Che progetti hai?
Nella mia testa sento le voci. C’è la voce dell’entusiasmo che mi grida di sperimentare; la voce della razionalità mi consiglia di approfondire la conoscenza di tecniche per le quali vorrei avere la padronanza assoluta; la voce delle mezze misure mi dice che forse, per una volta, posso mediare tra vecchio e nuovo. In ogni caso, non chiamate la signorina dell’istituto.