Alessandro Cattelan posa con la figlia per GQ

Il conduttore di X Factor racconta per la prima volta la sua esperienza da padre

Se dico Alessandro Cattelan tutti pensano all’ex Vj di Mtv o al divertente e talentuoso presentatore di Xfactor. Nessuno però conosce la vita privata di Ale: forse in pochi sanno che è diventato papà da poco e che questa esperienza, del tutto nuova per lui, lo spaventa e lo entusiasma allo stesso tempo.
Grazie all’intervista al giornale GQ proviamo a conoscerlo meglio per capire come vive l’esperienza di padre.

“Ho accettato con grande piacere la proposta di copertina di Antonelli: proprio perché sono un padre giovane di 30 anni, mi sembrava l’immagine migliore che potevo dare di me. La più vera, la più importante. Siamo abituati a vedere le celebrities maschili in spiaggia coi muscoletti e le ballerine. È giusto invece che venga finalmente fuori un altro aspetto di noi trentenni: persone responsabili, specie del futuro nostro e della nostra famiglia”.

Sicuramente traspare del timore, legato al ruolo di giovane genitore, alle prime armi con la figlia:

Mi spaventa pensare che un giorno mia figlia rimanga affascinata dalla persona sbagliata e che per compiacerla faccia un’enorme cazzata. Mi spaventa l’idea che non sempre sarà in grado di ragionare con la sua testa. Mi spaventa confondere ciò che io desidero per lei con ciò che lei desidera per se stessa, e di incasinarle la vita. Mi spaventa il mio passato. Chiariamoci, non sono stato uno sbandato né un teppistello affiliato a una baby gang o un mezzo tossico che passava i pomeriggi a farsi le canne sul terrazzo nascondendosi dalla madre. Anzi, nei limiti del possibile, ho sempre cercato di rigare dritto. Ma il punto è proprio questo. Posso sinceramente sperare che mia figlia righi ancora più dritto di me e non si conceda nemmeno quei piccoli svaghi adolescenziali che hanno comunque dato un senso alla mia crescita? E anche se lo sperassi, sarebbe giusto farlo? Mi spaventa ricordare l’opinione che avevo dei miei genitori quando ero adolescente e arrabbiato“.

Ma Alessandro Cattelan conclude l’intervista con fiducia e speranza per un futuro positivo:

“Tutte queste ansie, certo, mi prosciugano. Quando cattivi pensieri mi rapiscono il cervello, posso solo provare a pensare che se siamo sopravvissuti tutti, sopravviverà anche lei. Anzi, no, posso fare di più. Posso coltivare tutte queste paure nella speranza che mi aiutino a stare allerta e pronto a fare ciò che serve per allontanarle. Perché in fondo, come mi hanno insegnato i miei genitori, chi ha paura dell’acqua difficilmente morirà annegato”.

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