Mortal_Social è OUT!

No, il paragone con il fotografo non regge. Un essere umano dovrebbe ricavare piacere dalla sua presenza nell’opera...

Oggi va di moda esporre la propria vita sui social network.
Radiocronache corredate da fotografie.
Ma chi si gode la vita non dovrebbe essere fuori a viversela?
E non dovrebbe quindi avere tutto il tempo (nemmeno il pensiero!) di mettersi a twittare, a riguardo?
E’ come voler scattare una fotografia in un momento clou.
Riconosco che un fotografo mi direbbe che è esattamente la ragione della sua vita (a questo proposito vorrei che un fotografo mi smentisse/non farlo!). Per quanto ammetto che alla postuma mi farebbe un gran piacere rivivere ricordi sdruciti e dimenticati…

No, il paragone con il fotografo non regge; probabilmente lui ricava piacere e soddisfazione dal vedere la sua opera di attesa infinita, compiuta in un solo istante perfetto. Un essere umano dovrebbe ricavarlo invece dalla sua presenza nell’opera in quanto attore.
E’ vero, da quando lo disse Hirsch-McCandless in Into The Wild, ormai lo sappiamo tutti: la felicità non esiste se non è condivisa.
Ma diamine, if you’re having a good time, davvero ti senti poco soddisfatto se non ne parli con qualcuno?! (di esterno per giunta).
Non ci credo, insomma, non dovrebbe neppure venirti in mente di voler analizzare quel momento! E parla una che usa la scrittura per capirci qualcosa e che fotografa e condivide come pochi per essere seconda, in classifica di #bigogram (!)

Ero restia all’avvento di Facebook nella mia vita; per quanto sapessi che il mio essere poco keen on creating legami, (a volte sociofobica, very often presuntuosa), avrebbe goduto di un aiuto nella costruzione di una rete sociale. Che poi non si rivelò tale. perché deve essere Twitter il social network con l’elemento di conversazione-discussione?!
Non c’è abbastanza spazio per scrivere, si possono a malapena postare link e immagini. Perché le cose non funzionano mai come dovrebbero?!!!
Facebook è diventato un banale strumento di show off, un modo per le aziende di tenere la propria vetrina (per altro mal manutenuta per un buon… massì facciamo 80%, I feel good today, Venere è nel mio segno).
E per i tuoi amici? Per i tuoi amici è solo un diversivo al cellulare (questa fissa di dover entrare in chat a tutti i costi per scambiarsi evaporazioni mentali!).

In Danimarca è quasi tradizione ricevere i propri amici in casa. Una tradizione con veri e propri rituali. Si lasciano le scarpe davanti alla porta, perché è buona norma non sporcare il pavimento dell’oste (che normalmente è in parquet), e si mangia a lume di candela con musica da camera in sottofondo e chiacchiericcio in primo piano.
Mi sono sentita più a casa mia tra il burro all’aglio e un nugoletto di danesi che parlavano danese, che in tutta la mia vita in un localino fancy nella città in cui sono nata. I danesi adorano il barbecue. Ce n’è uno in ogni appartamento. Non sto scherzando. Andate ad Aalborg e tirate su il naso: non importa che tu non abbia il giardino, basta un balcone. E adorano bere, il che li rende particolarmente simpatici già alle dieci del mattino (in giorni e giorni non ho MAI visto un ubriaco molesto).
Se a questo aggiungi la loro proverbiale gentilezza e disponibilità, ti chiedi come sia possibile che gli scandinavi vengano considerati freddi. Un altro pregiudizio dovuto alle sfortunate latitudini in cui si trovano; ad Aalborg ho avuto meno freddo che in vent’anni di frequentazioni milanesi. Bufere di vento a parte, (alle quali ci si abitua), andare in DK è come andare in montagna. Ah, a Maggio 2005 c’erano 25 gradi già a colazione, ma Agosto è il mese più piovoso (anche qui!! te vah). Altro che internet, è il riscaldamento globale che ha accorciato le nostre distanze!

Let’s do more bbq…