Raoul Bova: la suocera si scaglia contro di lui
Caro genero... degenere!
A quanto pare alla suocera la fine del matrimonio tra sua figlia e il bell’attore non è proprio andata giù. A distanza di qualche mese dalla separazione, infatti, ne approfitta per dirgliene quattro tra le righe.
Annamaria Bernardini De Pace, tra gli avvocati divorzisti più importanti d’Italia nonché madre di Chiara Giordano e suocera di Raoul Bova, nella rubrica «Caro uomo ti scrivo», che tiene sul quotidiano il Giornale, scrive una lettera indirizzata a un genero immaginario.
«Caro genero» inizia così la lettera, «Mi sai indicare il momento in cui da genero devoto sei diventato degenero? Forse quando hai giurato sulla tua bambina che non avevi tradito mia figlia, o quando, molto tempo prima, in segreto, l’avevi già tradita? O giorno per giorno, progressivamente, quando hai cominciato a snocciolare bugie, a trascurare la famiglia, a lamentarti di ogni cosa, a fingere una crisi esistenziale? O ancora prima, quando hai deciso di sposarti senza conoscerne le responsabilità?».
«Secondo me è da vigliacchi nascondersi, dissimulare, omettere di dire, ignorare il resto della tua famiglia».
E poi ci va giù pesantemente affermando:
«Prima di slacciarti i pantaloni fuori dalla tua casa, hai pensato che impatto avrebbe avuto questa patetica scena nella vita della tua famiglia? Raccontarsi la verità, in questo caso l’altra faccia di quello che slealmente stavi facendo in quel momento, avrebbe dato un senso alla tua fragilità, agli errori che avevi fatto e stavi per compiere, al dubbio, all’ansia di vivere, al bisogno di capire».
La slealtà, cioè la menzogna, ti era necessaria, invece, per consumare il tradimento in segreto. Che tale sarebbe dovuto rimanere, secondo te, perché tu con calma potessi valutare tutte le opzioni. Dunque sei anche un uomo interessato e manipolatore, ambivalente e in malafede (…). Sono certissima invece che tu non vivrai mai più sereno senza la famiglia che hai svenduto ai tuoi capricci. Senza la devozione, la sincerità, l’allegria, persino le polemiche furiose di tua moglie, con le quali avete dato un’impronta irripetibile e gustosa alla vostra vita insieme (…) L’ultima verità te la dico io, perché tu non abbia ripensamenti: l’amore di tua moglie per te è morto. Ammazzato da te, dalle bugie, dalla viltà, dai dolori generosamente inferti come colpi di maglio su di un bambino allegro e giocoso».
Non sarà stato fatto nome e cognome, ma direi che Raoul Bova era sottinteso…