A 10 anni dalla morte del marito riceve una straordinaria email: “Ciao, sono io…”
Marina non credeva ai suoi occhi quando ha aperto l'email inviata da un uomo che aveva ricevuto un trapianto di fegato.
Dieci anni fa Roberto Cona ha perso la vita in un incidente stradale. L’uomo si trovava in auto insieme alla moglie per raggiungere la Sicilia e trascorrere alcuni giorni di vacanza. Purtroppo la vettura su cui viaggiavano fu travolta da un tir.
Da quell’incidente Marina si salvò per miracolo, per Roberto invece non ci fu purtroppo nulla da fare. Rimasta vedova Marina decise di donare gli organi del marito per dare l’opportunità a qualcun altro di poter vivere.
A distanza di 10 anni esatti da quel terribile schianto, ecco che Marina ha ricevuta una straordinaria email. Il mittente un uomo che si è salvato grazie al trapianto di fegato di Roberto.
“Ciao Marina, non mi conosci, mi presento: io sono Luigi e 10 anni fa tuo marito mi salvò la vita” – inizia così la mail.
“Domani sono 10 anni che sono stato trapiantato di fegato all’ospedale Cisanello di Pisa. Tuo marito sarà sempre il mio angelo! Io in tutti questi anni ho sempre fatto fare una messa per Roberto, ma ho avuto il coraggio di scriverti solo adesso. Grazie infinite!”.
L’uomo nella stessa mail ha poi concluso scrivendo: “Dal mese di dicembre 2013 mi sono messo sul computer per rintracciare quelli che avevano donato gli organi poiché facevo la fotoferesi a Cinisello, ho saputo che il mio organo veniva da Careggi. Io sono stato chiamato dall’ospedale alle ore 20.30 dicendomi che dovevo stare in ospedale entro le ore 23.30 per la preparazione”. E ancora: “Mia figlia mi aiutato a scriverti perché non riuscivo a scrivere per l’emozione che ho provato. Grazie alla sua generosità sono tornato in vita. Grazie a te e tutta la famiglia di Roberto con un grande grande grande abbraccio”.
Davvero una email inaspettata e bellissima ricevuta dalla vedova che raggiunta dall’Adnkronos ha commentato: “Ho sofferto tanto, oggi sono serena, ma ho dovuto fare un percorso di elaborazione del dolore e di guarigione dai postumi dell’incidente non facile: una roccia non si diventa mai”, poi aggiunge: “Oggi spero che anche per gli altri trapiantati sia stato così, e che anche loro stiano bene, e siano felici”.