Divorzio breve: tutte le novità da sapere
"E vissero separati e contenti": tempi decisamente più brevi per rifarsi una vita quando le cose non sono andate bene
Si sa, non sempre la vita va come la si immagina.
A volte, semplicemente, siamo noi a cambiare per fatti che ci sono accaduti nel frattempo, a volte “forse doveva andare proprio cosi” e altre volte, invece, abbiamo sbagliato le nostre valutazioni.
E’ sempre importante avere coscienza di quello che ci è successo, ma fondamentale è andare avanti con energia e positività.
Non è probabilmente un proposito facilissimo da concretizzare soprattutto quando gli accadimenti negativi sono appena successi, ma, di sicuro, i nostri sforzi subiscono una grossa frenata se la burocrazia fatta di tempi e scartoffie di ogni tipo ci rema contro quando dobbiamo separarci, riordinare la nostra vita per affrontare un nuovo capitolo.
Questo è quello che molto spesso succedeva prima dell’entrata in vigore, il 26 maggio scorso, della nuova legge sul divorzio breve, definita come “un cambiamento epocale nella disciplina del divorzio” secondo solo al referendum che ne sancì l’entrata definitiva nell’ordinamento nel lontano 1974, dopo molti anni dall’effettiva approvazione.
Ecco in sintesi le principali novità:
1) Divorzio breve: stop alla separazione di 3 anni per chiedere il divorzio. Il termine scende a 12 mesi per la separazione giudiziale e a 6 mesi per la consensuale, indipendentemente dalla presenza o meno di figli. Il termine decorre dalla comparsa dei coniugi davanti al presidente del tribunale.
2) Comunione legale: la comunione dei beni si scioglie quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o al momento di sottoscrivere la separazione consensuale.
3) Applicazione immediata: il divorzio breve sarà operativo anche per i procedimenti in corso.
Quali i maggiori aspetti positivi:
1) (Per scelta lo metto per primo) aspetto psicologico: molte persone per via delle lungaggini della burocrazia cadono in stato di forte depressione perché si sentono strette in una morsa che non vede una fine tra litigi e inasprimenti reciproci dovuti al perdurare inesorabile di stati negativi ormai vecchi e non più sopportabili (ora queste spiacevoli situazioni dovrebbero accadere molto meno).
2) aspetto economico per le parti in causa: si abbreviano i tempi, ma diventano anche molto più semplici le procedure e i costi si abbattono notevolmente soprattutto se la separazione è consensuale.
3) stop al cosiddetto “turismo divorzile” dato che le norme Ue prevedono che chi prende residenza all’estero per più di 6 mesi può rivolgersi a un giudice del posto per divorziare seguendo le leggi del paese prescelto appositamente. A oggi le coppie che avevano scelto questa strada erano ben 10 mila!
I casi più eclatanti:
1) Divorzio in sole 24 ore a Milano: la prima a usufruire della nuova legge sul divorzio breve è stata una coppia di Milano che in tempi da record, solo 24 ore, è riuscita a divorziare. Come è stato possibile?
I due avevano già chiesto e ottenuto la separazione consensuale e ora stavano attendendo i canonici 3 anni necessari per il divorzio. Con l’entrata in vigore della nuova legge, usufruendo della “convenzione per la separazione assistita” stipulata dalla Procura dell’Ordine degli avvocati di Milano, essendo già trascorsi i 6 mesi (nuovo periodo di attesa), gli avvocati degli ex coniugi si sono presentati subito di fronte al giudice e il giorno successivo il magistrato aveva già dato il suo parere favorevole, sancendo il divorzio che dopo altri 10 giorni è stato trascritto anche all’anagrafe.
2) A Pescara come Las Vegas, poche ore per divorziare con una spesa di soli 16 euro: tutto grazie a una legge che non tutti ancora conoscono, con un nome tecnico non facile da ricordare “misure urgenti di degiurisdizionalizzazione e altri interventi per la definizione dell’arretrato in materia di processo civile“.
La procedura ora è semplice: la legge consente ai coniugi di recarsi direttamente davanti all’ufficiale dello stato civile del comune di residenza, di entrambi i coniugi, di uno dei due oppure nel Comune in cui è stato iscritto o trascritto il matrimonio, per separarsi o divorziare, concludendo un accordo di separazione personale di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio, nonché di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio. Il tutto con una spesa di soli 16 euro, quelli necessari per pagare al comune i diritti fissi di segreteria.
Troppo bello per essere vero? Assolutamente no però dobbiamo rientrare in certe condizioni:
a) separazione o divorzio consensuale con il pieno accordo delle parti su tutti gli aspetti personali ed economici
b) non ci devono essere figli minorenni, maggiorenni incapaci o economicamente non autosufficienti o ancora figli portatori di handicap gravi
c) l’accordo non deve prevedere patti di trasferimento patrimoniale.
“E vissero tutti separati e contenti” non vuole dunque essere un inno a prendere le cose con troppa leggerezza, ma un semplice augurio a tutti coloro che non stanno bene nelle vesti che hanno oggi di poter cambiare rotta serenamente e in tempi brevi per ritrovare quell’equilibrio che tutti meritiamo e che nessuno ci deve togliere per nessuna ragione.