“Vai a casa è solo ansia”, ma la giovane 23 enne oggi è irriconoscibile: il fatale errore dei medici
I sintomi continuavano a presentarsi, ma per i medici questa ragazza soffriva solo di ansia
L’agonia di questa ragazza è iniziata nel 2021, quando gli ospedali e i medici cercavano di contenere la situazione del Covid. Non stava bene e ha cercato aiuto, tuttavia è stata rimandata a casa perché per i dottori era solo una 23enne troppo ansiosa. Mesi dopo è emersa una straziante verità.
Chandler Plante ha contratto il Covid nel 2020. Il virus si era presentato in modo lieve, dopo solo una settimana si sentiva già bene. I problemi sono arrivati dopo 3 mesi. La 23enne ha iniziato a sentire le mani e le braccia intorpidite. Poiché il fastidio non passava, si è recata al pronto soccorso.
I medici l’hanno visitata e poi l’hanno rimandata a casa. I suoi sintomi avevano a che fare con l’ansia, non aveva nessun problema di salute.
Mi è stato detto di non preoccuparmi e di tornare a casa. Così me ne sono andata. Ma continuava a succedere. Solo tanto tempo dopo, il 28 giugno, grazie ad un controllo approfondito alla testa, risonanza magnetica con contrasto, è venuta fuori la verità. Quelli che pensavano fossero solo degli attacchi di panico, erano in realtà ictus ischemici. Le mie arterie erano strette 0,5 mm, quando dovevano misurare 4 mm.
Il mese successivo Chandler si è sottoposta ad un delicato intervento per inserire stent coronarici per allargare le arterie del cervello. Nel mese di ottobre, i medici hanno ripetuto l’intervento.
Mi hanno sottoposto ad un trattamento medico e per un po’ gli ictus si sono fermati. L’incubo vero e proprio è arrivato a novembre. Gli stent si sono spostati dietro l’occhio destro e hanno iniziato a soffocare il mio nervo ottico. Ho smesso di vedere.
La 23enne ha spiegato che i medici erano molto perplessi, poiché non riuscivano a capire cosa le stesse capitando. Qualcosa era andato storto, ma per quale motivo? L’hanno sottoposta ad ogni tipo di test e a una craniotomia. Aveva una massa dietro il bulbo oculare, per i dottori si trattava di un meningioma. Si è sottoposta ad un ciclo di radioterapia per 10 giorni. Tuttavia, qualsiasi trattamento la faceva stare peggio.
In quel momento mi sono sentita più sollevata, perché avevo una diagnosi e un tumore si può asportare. Ho pensato che forse le cose sarebbero andate meglio. Tuttavia, alla fine mi hanno detto che non era un tumore. L’infiammazione non poteva essere eliminata, perché era intrecciata con tutti i nervi e i muscoli più importanti. Mi hanno detto che la cosa migliore da fare era cercare di fermare le riacutizzazioni.
Un miglioramento è arrivato solo lo scorso anno, ad aprile del 2023. Un dottore le ha prescritto un farmaco che le ha migliorato la vita.
Per la prima volta sentivo che stavo migliorando. Ora sto assumendo due farmaci chiemioterapici. Perdo i capelli, ma riesco a bilanciare tutto con l’acido folico.
Questa 23enne è diventata famosa sui social ed è seguita in diverse parti del mondo. Condivide video di speranza e di supporto per tutti coloro che stanno affrontando una battaglia come la sua, una situazione che sembra surreale e senza speranza.
Ho trovato tantissimi amici nella comunità dei disabili. Sono rimasta colpita dalla gentilezza e dall’umanità delle persone. Ho imparato a guardare sempre il lato positivo.
Oggi questa ragazza non ha ancora ricevuto una diagnosi vera e propria e soffre ancora degli stessi problemi di salute, anche se ha trovato come bilanciare i sintomi ed avere meno effetti collaterali possibili. Purtroppo è cieca dall’occhio destro e non potrà mai tornare a vedere.
Voglio identificarmi con le persone che combattono contro condizioni mediche misteriose. Ho dovuto rinunciare a tante cose e cambiare il mio stile di vita. Oggi condivido video e ironizzo sulla mia situazione sul mio account Chanplante. Cerco di avere un atteggiamento positivo e di portare un po’ di luce nel cuore degli altri. Forse se il primo ictus mi fosse stato diagnosticato in tempo, avremmo potuto impedire il secondo e così via. Forse la diagnosi errata sull’ansia è stata la mia condanna. Ho imparato a convivere con la mia condizione e a sorridere, solo così posso andare avanti.