Il lavoro che fai non descrive chi sei
Ecco 5 domande da porsi per capire veramente chi siamo
“Che lavoro fai?” è una delle prime domande che si fanno a una persona quando la si incontra per la prima volta. Sembra quasi essere un obbligo sapere cosa fa l’altro, quasi come se questo potesse definirlo e potesse permetterci di conoscerlo nel profondo. Tutto nella nostra società sembra suggerire che il lavoro definisce chi siamo veramente.
Ma i due elementi non sono necessariamente l’uno la conseguenza dell’altro, sebbene molti tendano a descriversi proprio a partire dalla propria attività lavorativa.
Ma cosa significa questo per i tanti sfortunati a cui il proprio lavoro non piace? Un recente studio Istat ha rilevato che in 10 anni sono molti di meno gli italiani che si definiscono soddisfatti del proprio lavoro: si è passati infatti dal 76,3% del 2005 al 74,8 del 2015. Coloro che si definiscono insoddisfatti sono aumentati dal 16,8% al 18,1%. Ma ecco una buona notizia: noi non siamo il nostro lavoro. Quello che facciamo non ci definisce, che ci piaccia o meno.
È pur vero che il lavoro può essere fonte di grande frustrazione, di pensieri negativi e di sentimenti contrastanti quando si tratta di capire chi siamo. Spesso ci sentiamo una versione pessima di noi stessi e crediamo di non essere al posto giusto al momento giusto, consci di avere del potenziale inespresso ma allo stesso tempo incapaci di metterlo in pratica.
Purtroppo nessuno può darci consigli del tutto risolutivi, la spinta al cambiamento che ci porterà a capire chi siamo o chi vorremmo diventare deve partire da noi, dall’interno.
Ecco 5 domande che possiamo porci per capire veramente cosa ci definisce al di là dell’attività lavorativa.
1. Cosa faccio quando non ho voglia di lavorare?
Le attività che si svolgono mentre si procrastina il lavoro possono essere la giusta via da percorrere per capire cosa amate veramente. Un esempio semplice: guardate video tutorial su come restaurare mobili anziché portare avanti il vostro lavoro? Vi sentite soddisfatti quando lo fate? Vorreste creare anche voi qualcosa del genere? Probabilmente ciò che potrebbe rendervi felice è iniziare un’attività tutta vostra o inserirvi nel mondo del DIY.
2. Cosa mi faceva felice da bambino?
Che ci crediate o meno, le passioni crescono e si evolvono, ma non cambiano mai veramente, se non in superficie. È per questo che dovreste pensare a cosa vi rendeva contenti da piccoli: Ballare? Suonare? Scrivere storie? Disegnare? Fate una lista dei momenti in cui vi siete sentiti migliori e più soddisfatti nella vostra vita. Vedere tutto su carta vi aiuterà a collegare in fretta i puntini e a capire cosa volete veramente.
3. Quali sono i libri o i siti web che amo più leggere?
Buttate giù una lista dei primi 5 siti o blog che leggete sempre. L’obiettivo? Capire se potete sviluppare anche voi un progetto a partire dai quei temi: che siano food blog, portali dedicati alla moda e al lifestyle, al fai da te o semplicemente spazi personali, cosa vi ferma dall’iniziarne uno? Portare avanti un piccolo business legato a una passione al di fuori del lavoro può essere un ottimo modo per accrescere la stima di se stessi e magari scoprirete che c’è un mercato là fuori pronto ad accogliere ciò che avete da offrire.
4. Di cosa parlerei per ore e ore?
Coltivare le proprie passioni non è un’attività esclusivamente pratica. Bisogna farlo anche intellettualmente: parlandone, discutendone e sentendo quella stimolante sensazione che fa dire “potrei stare qui a parlarne tutto il giorno”. Cercate anche altre persone che condividano le vostre stesse passioni, è importante instaurare relazioni che ci supportino.
5. Ho intorno a me persone che mi capiscono veramente?
Ecco il punto finale: avere intorno persone che vi capiscono realmente, che vi conoscono e che vi supportano in ogni cosa vogliate fare è importante per l’autostima e per essere continuamente stimolati a continuare, anche nei momenti di difficoltà.
CALL TO ACTION
Dopo aver risposto a queste domande, dovreste avere la situazione molto più chiara davanti a voi. È questo il momento di attivarsi: chiedete a voi stessi quali sono le 3 cose che potreste fare nell’immediato per realizzare le vostre passioni e sentirvi di più voi stessi. Fatele: comprate il dominio del blog che avete sempre sognato, proponetevi come organizzatrici di eventi per le vostre amiche, chiedete al ragazzo che vi piace di prendere un caffé. Le opzioni sono infinite. Con il passare del tempo, aggiungete ogni volta 3 attività e vedrete cosa succederà. Il cambiamento arriva se ci si attiva, senza “il fare” il sogno non diverrà mai realtà.
IL RISULTATO
Il lavoro non ci definisce come persone. Anzi, è solo una delle tante sfaccettature che abbiamo. Ecco perché è utile chiedersi sempre cosa ci fa veramente felice, perché è quello che ci rende vivi e che permette prima a noi stessi e poi agli altri di capire chi siamo.