Il mistero della scarpa da bimbo
La scarpa da bimbo, un racconto struggente di una donna e il mistero ancora non svelato di una piccola anima
Quel giorno andai al cimitero, dovevo saltare una persona a me molto cara che non c’era più. Era già tardi quando è finito il funerale e, visto che sono molto curiosa, ho deciso di fare un giro tra le tombe del cimitero. Era incredibile vedere alcune delle date sulle tombe! Alcuni erano lì da più di cent’anni. All’improvviso una tomba misteriosa ha richiamato la mia attenzione. C’era la foto di un bambino con il nome di Juanito di circa 1 anno! Era deceduto da molto tempo e, accanto alla foto, c’era una scarpina usata.
Ho immaginato che qualcuno di passaggio l’avesse persa o dimenticata. L’ho presa e l’ho messa nella mia borsa per consegnarla al custode nel caso qualcuno lo avesse chiesto.
Quando mi sono voltata per tornare indietro ho sentito un soffio d’aria passare sul mio viso che mi ha fatto rabbrividire. Mi sono girata e ho visto che il quadro con la foto del bambino era caduto. Mi è sembrato strano perché l’aria non poteva aver buttato giù il quadro. Mi sono girata e me ne sono andato in fretta, iniziava a farmi paura stare lì da sola.
Per la fretta, ho dimenticato di consegnare la scarpa al custode del cimitero. Me lo sono ricordato quando ero già a casa. Una scarpa usata non aveva molta importanza, ho pensato. In più avevo molta fame e sono andata dritta in cucina. Dopo aver mangiato mi sono messo a guardare la tv, in sala, era già buio, io ero un po’ stanca e mi sono addormentata sul divano.
Al mattino, non so che ore erano, mi ha svegliata un rumore. Ho sentito qualcosa, ho aperto gli occhi, la mia borsa era sul tavolo. Ho sentito come se una mano percorresse la mia spalla e poi la schiena, un freddo strano ha paralizzato il mio corpo. Di sfuggita ho visto cadere la borsa e, da dentro, è uscita la piccola scarpa. Il panico mi ha invaso vedendola come si alzava a mezzo metro del pavimento. All’improvviso, e caduta e ho sentito risatine da bambino. Ha iniziato a correre in tutta la sala senza smettere di ridere, ho sentito che non indossava una scarpa e ho pensato che fosse il bambino della foto al cimitero.
Terrorizzata, non sapevo cosa fare, ero sola quella notte. Le luci si accendevano e si spegnevano da sole, volevo pregare ma anche mi ero dimenticata tutte le preghiere.
Improvvisamente tutto è tornato alla normalità. Io ero lì, senza capire nulla, sudando freddo e senza poter muovermi, ho pianto di paura. Così ho passato la notte senza poter incollare le mie palpebre. Al mattino, molto presto, sono andata al cimitero a riportare la scarpa. Non l’ho dato al custode. L’ho portata lì, dove l’avevo trovata, l’ho lasciata insieme ad una candela e gli ho chiesto perdono per averla presa.
Da allora non tocco niente al cimitero, ho capito che non è bello farlo.