La storia di Victoya Venise, la donna che ha partorito in anticipo durante il suo viaggio di lavoro
La storia incredibile di Victoya Venise, la donna che non voleva tenere il suo bambino e che ha partorito in hotel
Ogni parto è a sé, proprio come lo sono i bambini. Oggi proprio per questo, abbiamo deciso di raccontarvi una storia che ha davvero dell’incredibile. La protagonista è una donna, chiamata Victoya Venise, che ha partorito il suo bimbo in anticipo durante un viaggio di lavoro.
Una vicenda che è diventata in fretta virale sui social e che ha lasciato a bocca aperta migliaia di persone. La giovane madre non aveva con sé il necessario per il piccolo.
Victoya Venise in realtà vive in Alabama ed aveva già una figlia di 4 anni. Per lavoro è costretta a viaggiare spesso. Inoltre, essendo una madre single, quando ha scoperto dell’arrivo di questo secondo bambino, aveva intenzione di darlo in adozione.
Per tutti quei mesi ha fatto tutti i controlli necessari, ma si è anche informata su come fare per trovargli una nuova famiglia. Tuttavia, al momento del parto, è accaduto qualcosa di davvero insolito.
Victoya era nel suo hotel in Georgia. La nascita del bimbo era prevista per il 15 maggio, ma lo scorso venerdì 1 aprile, ha iniziato ad accusare strani dolori. Ovviamente, non sapendo cosa fare, ha provato ad andare in bagno.
Le sue condizioni sono peggiorate improvvisamente e visto il suo stato, la signora ha deciso di allertare i sanitari, che sono arrivati sul posto in pochi minuti.
L’incredibile parto di Victoya Venise
All’arrivo dei medici nella sua stanza, è emerso che in realtà stava per partorire. Il suo bimbo stava per nascere in anticipo. Per fortuna uno dei suoi familiari, quando ha saputo cosa stava accadendo, è presto intervenuto per portarle il necessario.
Inoltre, la donna dopo aver preso il piccolo Rocky Andrew tra le sue braccia, ha scelto di tenerlo. Non poteva più lasciarlo andare, perché non avrebbe potuto vivere senza di lui. Victoya sulla sua storia ha raccontato:
Sono così innamorata di lui, per me ciò che ho vissuto è stata un’esperienza pazzesca. Mi sento tanto legata a lui, è mio e posso proprio darlo in adozione.