Latte materno? Compralo online
Ecco cosa succede quando le mamme non hanno scelta
È ormai noto da svariato tempo quanti e quali siano i vantaggi dell’allattare al seno il proprio bimbo, invece di utilizzare il latte in polvere, ma l’allattamento al seno non è solo una questione di scelta, ma soprattutto di possibilità perché non tutte le donne riescono o possono allattare: una montata lattea ridotta, problemi di salute pregressi alla gravidanza o semplicemente forti dolori al seno possono scoraggiare o rendere impossibile la somministrazione di latte materno ai bambini.
Ciò che fa più specie all’interno di questa situazione già complessa è la condizione delle madri americane: secondo un articolo di The Verge, infatti, molte madri americane comprerebbero online il latte materno, sottoponendosi ad un alto rischio, perché senza alternative.
Da quanto si evince dall’articolo pare che negli Stati Uniti la Human Milk Banking Association of America riesca a supportare la richiesta di latte materno per bambini e neonati ricoverati in strutture ospedaliere, ma non per le madri bisognose e la carenza di latte parrebbe derivare da leggi molto fumose, costi eccessivi, severi controlli sanitari del FDA e tanta disinformazione.
Per questo motivo sempre più spesso le mamme donatrici, invece di supportare le banche del latte, hanno deciso di utilizzare la vendita online per aiutare (dietro un piccolo pagamento, mica gratis) altre mamme in difficoltà: se da una parte la vendita privata di latte materno andrebbe a svantaggiare tutti i bambini ricoverati bisognosi, dall’altra parte questo velocizzerebbe le tempistiche e aiuterebbe coloro che sono state abbandonate dal sistema.
Ovviamente parlando di vendite online il pericolo è sempre dietro l’angolo e non solo per chi compra, che rischia di comprare latte non pastorizzato o nocivo, ma anche per le donatrici che decidono di vendere: secondo una testimonianza riportata nell’articolo sono molti gli uomini che decidono di comprare latte materno per motivi alquanto bizzarri e la mamma donatrice rivela nell’intervista di aver venduto il suo latte a un prezzo di favore alle mamme bisognose e di aver triplicato il costo per tutti gli altri acquirenti, raggiungendo un guadagno mensile attorno ai 3000$.
Per questo motivo, parallelamente alla banca del latte americana è nato onlythebreast.com, un sito che aiuta le madri nel processo di compravendita del latte materno, spiegando il corretto trattamento (come conservazione e pastorizzazione), ma sempre all’interno di un modello dove ognuno si assume le sue responsabilità, proprio perché manca la supervisione di un organo sanitario.
Fortunatamente per le mamme italiane non è così complessa la situazione perché, oltre ad avere una realtà nazionale decisamente più piccola, la nostra onlus A.I.B.L.U.D. (Associazione Italiana Banca del Latte Umano Donato), c’è un sistema sanitario decisamente più democratico di quello statunitense.
Democratico perché nonostante anche la banca del latte italiana sia vincolata da un sistema basato sulla priorità (neonati pretermine o patologici ricoverati in ospedale, pazienti dimessi e casi eccezionali), né donare né ricevere latte materno comporta costi (se non quello minimo per le donatrici per comprare tiralatte e sacche sterili per la conservazione), perché il latte materno non è un business, gli organi e le strutture competenti non lo incoraggiano e, anzi, le regole che normano la donazione sono basate su principi di equità e solidarietà.
Se anche voi quindi siete interessate a diventare donatrici o se avete bisogno di aiuto e necessitate più informazioni, visitate il sito aiblud.com e ricordate che il vostro latte donato potrebbe fare la differenza per il bimbo di un’altra mamma.