Le regole per coltivare la canapa
Magari siete interessati del nuovo business.
Coltivare la canapa è il nuovo business del momento. Del resto è una pianta dalle mille risorse e sono moltissimi i settori dove può essere utilizzata: sappiamo che è usata per realizzare prodotti per la cura del corpo, così come per la realizzazione di alimenti davvero molto gustosi, dalle piadine alla pizza, per esempio. Non mancano impieghi anche in altri settori: sempre più persone decidono di buttarsi a capofitto in questo business, che ci fa anche un po’ tornare a contatto con la terra. Il Ministero delle Politiche Agricole ha deciso allora di fare chiarezza.
Sul sito ministeriale sono sono state pubblicate, tramite una circolare, le disposizioni per promuovere la coltivazione della canapa della varietà Cannabis Sativa, così per chiarire meglio tutte le regole di attuazione dalla legge 2 dicembre 2016 entrata in vigore il 14 gennaio 2017. Meglio essere preparati su un argomento così delicato, no?
La circolare sottolinea che non è necessaria nessuna autorizzazione per coltivare la canapa: autorizzazione che è invece necessaria per tutte quelle piante con un tasso THC di oltre lo 0,2% come previsto da regolamento europeo. Se è antro il limite di 0,6% l’agricoltore non ha responsabilità, se è superiore può essere richiesto il sequestro o la distruzione.
In ambito florovivaistico, poi, la coltivazione e la riproduzione di piante di canapa è consentita solo da seme certificato e non è permessa la riproduzione per via agamica di materiale destinato alla produzione per poi essere venduto. Bisogna conservare il cartellino della semente per almeno 12 mesi, mentre la vendita delle piante a scopo ornamentale è consentita senza autorizzazione.
La circolare ricorda poi che la legge 242 dà disposizione per quello che riguarda la coltivazione e la trasformazione della canapa, l’incentivazione dell’uso e del consumo dei semilavorati, lo sviluppo di filiere territoriali integrate che siano sostenibili, la produzione di alimenti, prodotti cosmetici, materie prime biodegradabili, semilavorati e molto altro ancora, comprese attività didattiche e di ricerca.
Andrea Olivero, vice ministro alle Politiche Agricole, spiega: “Si tratta di un provvedimento necessario per chiarire i possibili usi della canapa coltivata nell’ambito del florovivaismo in modo da attuare pienamente una buona legge e precisarne il suo campo di applicazione in questo modo agevoliamo anche l’attività di controllo e repressione da parte degli organi preposti“.