Perché il giovedì grasso si chiama così?
E' il giovedì che precede il Carnevale: ecco dove nasce l'usanza di festeggiarlo.
Oggi è giovedì grasso ed è una delle feste più importanti del periodo di Carnevale. Già, ma perché si festeggia questa giornata? E, soprattutto, perché si chiama in questo modo? Sono diverse le spiegazioni che esistono in merito alla giornata del Giovedì Grasso e alcune di queste sono legate alla tradizione cattolica, che vuole il Carnevale come un periodo di transizione tra le feste di Natale e quelle di Pasqua, caratterizzate dal lungo digiuno della Quaresima. Avete capito perché a Carnevale mangiamo e mangiamo anche “grasso”?
A Venezia il giovedì grasso era un giorno di festa, con tanti avvenimenti in Piazza San Marco, per poter celebrare la vittoria della Serenissima Repubblica contro il patriarca Ulrico, seguace dell’Imperatore. Per ricordare la vittoria, dove erano state confiscate le bestie ai nemici, ogni viovedì grasso venivano mozzate le teste ai tori, un simbolo per indicare gli ostacoli tolti di mezzo.
Pian piano la festa divenne meno truculenta e si iniziò a celebrare questa giornata con giochi, funamboli, una scusa per stare insieme nella piazza centrale della città. Proprio da questi festeggiamenti nasce la tradizione del volo dell’angelo dal campanile di San Marco.
Oggi nella giornata di giovedì grasso, l’ultimo giovedì prima delle Ceneri e, quindi, prima dell’inizio della Quaresima, avvengono i maggiori festeggiamenti, proprio come avviene per il Martedì Grasso, che segna la chiusura dei festeggiamenti. Il termine grasso deriva dal fatto che, un tempo, per prepararsi al lungo digiuno della Quaresima, le settimane prima erano caratterizzate da cibi “pesanti”, per poter fare scorta. Inoltre, giovedì e martedì grasso erano gli ultimi momenti per mangiare i cibi più grassi, come la carne, vietati poi in Quaresima: meglio finirli tutti e non sprecare niente!