Perché indossiamo l’anello di fidanzamento?
A cosa serve l'anello di fidanzamento?
A cosa servono gli anelli di fidanzamento? Perché vengono dati in pegno? Se facciamo un salto indietro nel tempo, scopriamo che tali pegni sono cambiati nel corso del tempo. Nell’Ottocento gli uomini consegnavano dei ditali alle loro promesse spose: solo a seguito del matrimonio il ditale veniva tagliato in modo da creare una coppia di anelli. Una tradizione inglese prevedeva di spezzare in due un pezzo d’oro o d’argento e poi bere un bicchiere di vino per suggellare il patto.
Andando ancora più indietro nel tempo, Papa Innocenzo III nel 13esimo secolo aveva deciso che doveva esserci un periodo di attesa obbligatorio fra fidanzamento e matrimonio, quindi per ricordare tale patto si usavano anelli fatti prima di ferro e poi successivamente d’oro.
Anche il fatto di indossare l’anello di fidanzamento sull’anulare sinistro deriva dal fatto che secondo i greci e i romani ci fosse la Vena Amoris che decorreva direttamente dal dito anulare al cuore. E i diamanti? Per queli dobbiamo aspettare l’Arciduca Massimiliano d’Austria nel 1477, anche se sarebbero diventati popolari fra la borghesia solo nel 1930 con DeBeers.
A questo aggiungeteci nel 1940 il celebre slogan “Un diamante è per sempre” dell’agenzia pubblicitaria N.W. Ayer ed ecco spiegato perché adesso per gli anelli di fidanzamento sia meglio presentarsi con un anello di diamanti.
Foto: Wikimedia