Perché visitare le miniere dismesse?
Storia e cultura tra archeologia industriale e paesaggio
L’Italia ha una lunghissima storia legata all’estrazione dei minerali, una storia fatta di lavoro molto duro, povertà, vicende tragiche, ma anche tradizioni, usi e racconti che legano le miniere e i tantissimi uomini che ci hanno lavorato al nostro paesaggio. Anche questo, infatti, porta i segni di un lungo sfruttamento, ma nel tempo, dopo l’abbandono delle attività estrattive, è diventato il simbolo di queste storie.
Molte miniere, oggi inutilizzate, sono state messe in sicurezza e aperte al pubblico, hanno annesso degli spazi espositivi con gli oggetti, gli attrezzi, le narrazioni che legano l’uomo, il paesaggio e la miniera.
Sono sicuramente dei posti molto interessanti, sia dal punto di vista paesaggistico, sia culturale. Scopriamo insieme alcuni di questi siti, che meritano senz’altro una visita.
Sicilia, le zolfare
L’isola è ricchissima di zolfo, basti pensare che fino agli inizi del secolo scorso era la prima produttrice mondiale. Pertanto era piena di siti per la sua estrazione, che impiegava, fino quasi alla fine degli anni ’70, molti uomini, ma anche alcune donne e tanti bambini, segnati per sempre dal durissimo lavoro nelle zolfare. Questo tipo di estrazione avveniva giù per lunghi cunicoli, a temperature elevatissime, che costringevano gli uomini a lavorare nudi. I minerali venivano portati in superficie dai bambini, che arrivavano a portare sulle spalle fino a cinquanta chili ciascuno. Gli incidenti erano molto frequenti, così come le storie di soprusi e sfruttamento.
Le zolfare visitabili raccontano queste storie. Nei pressi di Caltanissetta c’è quella di Trabia Tallarita, lungo la strada statale detta “delle zolfare”. Questa miniera è tra le più antiche in Sicilia e si trova nella Valle del Salso, in un paesaggio aspro e molto suggestivo.
Sardegna, carbone e metalli
Il sud della Sardegna è una zona ricchissima di giacimenti di carbone e metalli, da sempre perno dell’economia della zona, ora in forte crisi dopo le chiusure degli impianti negli ultimi vent’anni. A testimonianza del passato, però, restano numerose miniere ancora visitabili, molte delle quali raggruppate all’interno del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna.
Il carbone veniva estratto principalmente nel Sulcis, zona a Sud-Ovest, di cui la Grande Miniera di Serbariu resta uno degli esempi più interessanti. Con un’estensione di circa 33 ettari e nove pozzi di estrazione, ha rappresentato fino agli anni ’50 una delle più importanti risorse energetiche d’Italia. Vi lavorarono più di 16000 minatori e proprio per accoglierli fu fondata Carbonia, cittadina in stile fascista. Dal 2006 è aperta al pubblico, mostrando gli edifici e le strutture, formanti il Museo del Carbone.
Il sito minerario di Masua risale addirittura alla fine del’600 ed è stato attivo fino al 1991. Situato nella roccia calcarea della costa sarda, è un intrico di gallerie oltre a fabbricati e impianti di lavorazione del minerale. La sua particolarità è dovuta principalmente al torrino di Porto Flavia, dal nome della figlia del proprietario, che lo fece costruire negli anni ’20 per avere uno sbocco a mare del materiale, pronto per essere caricato sulle imbarcazioni dirette in Italia.
La costruzione è molto suggestiva, incastonata nella rocccia bianca calcarea e si inserisce nel meraviglioso contesto dell’isolotto di Pan di Zucchero. Oggi oltre le miniere è possibile visitare anche il Museo, ospitante le macchine usate nella lavorazione del minerale.
La miniera più alta d’Europa
Nella Valle di Ridanna, vicino Vitipeno, sorge la miniera di Monteneve, da cui si estraeva argento, piombo e zinco.
L’adiacente museo delle miniere permette di scoprire la storia della miniera e visitare gallerie pozzi sotterranei. C’è anche una piccola chiesetta, dedicata a Santa Maddalena, che i minatori avevano fatto erigere a loro protezione. È un giacimento antichissimo, risalente addirittura al 1200, oggi frutto di un lavoro di restauro rispettoso dei caratteri del luogo e attento alla storia del sito.
Il Parco Archeominerario di San Silvestro
In Toscana troviamo un interessante sito in cui natura e cultura si fondono: sono i percorsi del Parco di San Silvestro, che si snodano tra le gallerie minerarie e il borgo medievale dei minatori, fondato circa mille anni fa. C’è anche il museo, che racconta la storia del sito. La miniera del Temperino offre ai visitatori un percorso di circa 400m in cui si scoprono rocce e minerali dei giacimenti del Campigliese e le tecniche estrattive. Tutta l’area è inoltre di notevole interesse naturalistico e archeologico, di epoca etrusca.