Stop alla violenza contro le donne: cosa accade in Italia (e nel mondo)
Il femminicidio è oggi una delle piaghe più cupe e preoccupanti della società contemporanea
Le donne sono vittime di stalking, picchiate, abusate, uccise. Sebbene, dall’inizio dell’anno i casi di violenza in Italia siano diminuiti di oltre il 20%, ogni tre giorni viene uccisa una donna. Le violenze avvengono da parte di estranei, mariti, amanti, fidanzati, compagni, figli e nipoti. Uomini diversi, ma tutti accomunati dall’incapacità di controllarsi, frenare i propri istinti, accettare la fine di una relazione.
Alla recente storia della 22enne romana Sara di Pietrantonio – arsa viva dall’ex fidanzato lungo via della Maglianae e ritrovata carbonizzata dalla madre – e a quella di tutte le altre donne che hanno subito un abuso, la Facoltà di Psicologia dell’Università Telematica di Roma “Niccolò Cusano” ha dedicato un’infografica “Stop alla violenza contro le donne”, che racchiude alcuni dati sul fenomeno in Italia e nel mondo.
L’Università Niccolò Cusano ha raccolto anche informazioni sui Centri Antiviolenza presenti nelle varie regioni italiane e consigli utili su come individuare i campanelli d’allarme di un rapporto malsano e come prevenire episodi di violenza.
I dati
Il femminicidio è un fenomeno in crescita in Italia e nel mondo. A livello mondiale la percentuale di donne che hanno sperimentato una violenza fisica o sessuale almeno una volta nella propria vita è superiore al 30%. Le percentuali più elevate si registrano in Australia (68%), Asia (67%) e Africa (64%).
In Italia, in particolare, una donna ogni tre giorni è stata assassinata dal proprio marito o compagno. Secondo fonti ministeriali, nei primi 6 mesi del 2016 i casi di femminicidio sono stati 36, quasi il 23% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un dato confortante, ma non per questo inconfutabile, che ci si augura incoraggi ancora di più l’azione di prevenzione e contrasto del fenomeno.
Nel nostro Paese le donne vittime di stalking siano circa 3,5 milioni, quasi la metà rispetto a coloro che subiscono violenza fisica o sessuale. I casi più frequenti di violenza psicologica si verificano al Sud e nelle Isole e la quasi totalità delle donne è paralizzata di fronte all’ossessione e alla instabilità dei propri uomini: solo il 12% di loro ha infatti il coraggio di denunciare.
Come difendersi
L’impegno di Centri Antiviolenza presenti in tutte le regioni italiane e di Onlus come la Casa delle Donne è quello di aiutare le potenziali vittime a sviluppare la consapevolezza del rischio e comprendere quando è il momento di chiedere aiuto. Secondo il parere della criminologa Cinzia Mammoliti:
«L’ultimo appuntamento è sempre il più pericoloso. L’abusante capisce di aver perso la donna e chiede l’ultimo appuntamento, magari cercando di convincerla con regali, fiori, ricatti affettivi. Negare sempre l’ultimo appuntamento è essenziale».
E alla domanda su quali siano i primi campanelli d’allarme di una relazione ‘malata’, l’esperta risponde:
«Quando la vittima sente che sta vivendo un disagio e non riesce più a comunicare con il partner. Quando l’uomo non ha il controllo di sé. Campanelli d’allarme sono i ripetuti messaggi, quando si chiede di essere lasciate in pace».
Per vedere l’intera infografica, leggi qui.