Vacanze Hippy: 10 mete da spirito peace and love
10 mete per chi vuole sentirsi perennemente libero e a stretto contatto con la natura
Lo stile Hippy non ce la fa proprio a morire, ogni tanto si riposa in un cantuccio e poi torna fuori soprattutto nella moda. Ma chi si fa attrarre dallo stile di vita Hippy lo vive tutti i giorni e sono in molti quelli che, affascinati da idee, modi di vivere, rapporto con la natura e via dicendo, si buttano in una vita molto anni ’60, mentre altri ricercano momenti particolari magari organizzando vere e proprie vacanze hippy in destinazioni molto particolari.
Case di moda rilanciano collezioni neo-hippy, la Volkswagen ha creato il furgoncino hippy della nuova generazione: il Budd-e, totalmente elettrico, ma con le sembianze del Bulli simbolo della generazione hippy.
Se volete vivere comunque la sana atmosfera hippy e rendere particolare la vostra prossima vacanza vi consiglio quelle che sono 10 tradizionali mete alternative per una vacanza hippy a tema divertente e originale.
1- Festival dell’isola di Wight – Inghilterra
Tra il ’68 e il ’70 è stato un vero simbolo per il movimento Hippy creando un’alternativa europea allo storico Woodstock.
Nonostante anni di silenzio, dal 2002 il Festival dell’isola di Wight è diventato un appuntamento annuale fisso che si tiene agli inizi di giugno e ospita un gran numero di celebri artisti a sole due ore da Londra.
Per ogni informazione si può sempre navigare nel sito della manifestazione che per il 2016 è prevista dal 9 al 12 giugno.
2- Creativity Vortex – Malta
Forte comunità hippy dell’isola di Malta gestita da una associazione no-profit: Why Not.
Nella comunità verrà accolto chiunque voglia ritrovare, grazie alla meditazione, la vita all’aria aperta e la socializzazione, il contatto ormai perduto tra uomo e natura.
La comunità vende oggetti d’artigianato che vengono prodotti al suo interno e organizza attività di diverso tipo: corsi per imparare il massaggio ayurvedico, la meditazione, lo yoga e organizza anche cerimonie di avvicinamento alla natura. Molte attività sono assolutamente gratuite anche se vengono accettate donazioni che comunque non sono obbligatorie. Altre attività richiedono invece il pagamento di una tariffa in genere molto bassa a copertura delle spese.
Purtroppo la comunità al momento non può ospitare esterni per la notte e bisogna arrangiarsi prenotando una sistemazione esterna raggiungendo la comunità per le attività giornaliere.
3- Valle della Luna – Sardegna
Non volete lasciare i confini nazionali per la vostra vacanza hippy? Non c’è problema: potete visitare l’ultima comunità hippy italiana presente in Sardegna. La comunità in estate cresce in modo esponenziale e qui, oltre a essere bandita l’elettricità, sono fortemente vietati i cellulari e, spesso, anche i vestiti.
Per arrivare alla comunità bisogna attraversare l’istmo di Capo Testa e, dopo un chilometro, ci si ritrova in uno spiazzo dove potrete lasciare la macchina; da qua parte un lungo e decisamente poco agevole sentiero che conduce alla spiaggia degli hippy
4- Boom Festival – Portogallo
Anche il Portogallo ha il suo festival Hippy. Quest’anno il Boom Festival è arrivato al suo 20° compleanno che verrà festeggiato come al solito a cavallo di ferragosto nel Parco Naturale di Naturtejo. Il Boom Festival è una sorta di eco-festival con tanta musica, ma anche numerose attività dedite alle arti visuali, al teatro, allo yoga, si tengono dibattiti, proiezioni e workshop di vario genere, ma si insegnano anche danze del fuoco.
Tutte le informazioni sono presenti nel sito del Festival hippy portoghese.
5- Gavdos – Grecia
Da Creta servono quattro ore di traghetto per raggiungere Gavdos. Si tratta dell’isola più meridionale della Grecia, decisamente poco turistica e ancora molto selvaggia.
Da decenni Gavdos è meta prediletta di un turismo eco-hippy soprattutto perché è una delle pochissime isole in cui il campeggio spontaneo sulla spiaggia è almeno tollerato dalle autorità. Sull’isola non esistono vere comunità hippy, ma lo stile di vita che si deve tenere durante una vacanza su questa isola è sicuramente definibile neo-hippy con pochissima tecnologia e comodità. Insomma, qui si vive il contatto con la natura vera.
6- Sziget Festival – Budapest
Il festival di Sziget si svolge ogni anno ad agosto, su un’isola piccola e immersa nel Danubio a due passi da Budapest.
Manifestazione nata nel 1993, oggi conta una forte affluenza ogni anno con migliaia e migliaia di ragazzi che si accampano sull’isola per vivere qualche giorno in una vera realtà neo-hippy .
7- Beneficio – Andalusia
Beneficio è una comunità hippy ospitata tra le montagne andaluse, con persone provenienti da tutto il mondo. Le regole di Beneficio sono poche e semplici: bisogna rispettare la natura e soprattutto rispettare il prossimo. Tutti vivono di artigianato e dei prodotti della terra e naturalmente mettendo in comune tutto ciò che si ha.
Ci si può fermare anche solo qualche giorno, ma organizzatevi portando tutto dai viveri, all’acqua alla tenda.
8- Festival Internacional de Benicàssim – Spagna
Il festival di Benicàssim è stato organizzato per la prima volta nel 1995 e con il tempo è diventato il più importante festival di musica rock indipendente d’Europa.
Quest’anno il festival sarà organizzato tra il 14 e il 17 agosto e già si aspetta una marea di persone che arriveranno a piantare le tende per quattro giorni nell’area messa a disposizione.
Cerchi informazioni? Vai sul sito.
9- Altea – Spagna
Altea non è una vera comunità hippy, ma comunque un centro culturale di stampo alternativo della Spagna costiera all’altezza della Costa Blanca.
Il turismo hippy degli anni ’70 è stato sostituito da una marea ben più consistente di turisti, ma quella che si cerca è ancora la classica atmosfera Peace and Love tra botteghe di artigianato e piccole gallerie d’arte.
10- Christiania – Copenaghen
Un intero quartiere cittadino che quasi si autogoverna: questo è il quartiere di Christiana, a Copenaghen, che parzialmente è governato da una comunità hippy stanziatasi qui negli anni ’70.
La principale fonte di sostanziamento della comunità è l’artigianato seguito poi dalla vendita di droghe leggere. Il governo ha cercato di smantellarla, ma alla fine si è dovuto trovare un compromesso.
La comunità è ancora in piedi, ma a Pusher Street, l’arteria principale che attraversa la comunità, non esistono più i chioschi all’aperto in cui si vendeva Cannabis.
Attenzione! Se visitate questo quartiere ricordate le regole base: niente telefonini e niente fotografie.