Vaccini: perché è fondamentale farli
Falsi miti, bufale e propaganda politica: ecco perché i vaccini sono uno strumento di prevenzione irrinunciabile.
Matteo Salvini e Kat Von D
“Dieci vaccini sono inutili e pericolosi, se non dannosi” diceva una settimana fa. Da qualche ora circola la versione aggiornata: “Non sono un no-vax, ho vaccinato i miei due figli, alcuni sono utili. Dico solo che dieci sono troppi”: queste le affermazioni di Matteo Salvini, neo Ministro dell’Interno, sui vaccini, strumento di prevenzione sanitaria per eccellenza, in grado di fornire immunità, senza contrarle realmente, contro malattie pericolose come morbillo, varicella, rosolia e molte altre.
Spostiamoci dall’altra parte del mondo, precisamente a Los Angeles, in California: mentre era in viaggio di nozze, la guru del make-up e dei tatuaggi Kat Von D ha postato, sul suo account Instagram, un video, in cui è su un’altalena insieme al marito, il cantante Rafael Reyes, accompagnato da un messaggio in cui dice di essere felice della loro luna di miele, dei bagni romantici, del cibo vegano e di essere pronta per un parto in casa, senza farmaci e medici, ma assistita solo da un’ostetrica e una doula. Apriti cielo. Il post è diventato virale, in America, e non solo, si è riaperto il dibattito sui vaccini, con persone sconvolte dalle affermazioni della futura mamma e anti-vax convinti che l’hanno sostenuta a spada tratta.
Poche ore dopo è arrivato un lungo post della stessa Kat Von D, che, sotto una foto del suo pancione, ha scritto:
“Sapevo dal primo momento in cui abbiamo annunciato la nostra gravidanza che saremmo stati bombardati da consigli non richiesti. Alcuni buoni altri discutibili – entrambi non richiesti. Ero anche pronta alla reazione negativa e alle critiche che ci avrebbero colpito se avessimo deciso di essere aperti sul nostro approccio alla gravidanza. Perfino mio padre ha dato di matto quando gli ho detto che avevamo deciso di mollare il nostro dottore e affidarci invece a un’ostetrica.
Se non sapete cosa significhi essere circondato da persone che ti considerano ridicolo, provate a essere apertamente vegani. E, se non sapete come ci si sente a essere giudicati dal mondo intero, provate a essere una vegana incinta su Instagram, ad avere un parto naturale in casa, senza medicine, in acqua assistiti da un’ostetrica e una doula, che ha intenzione di crescere un bambino vegano, senza vaccini.
Il mio punto è: so già cosa significa fare scelte di vita diverse da quelle della maggioranza. Quindi i vostri commenti negativi non influenzeranno le mie scelte – lo faranno ricerca concreta ed educare me stessa – che prendo coscienziosamente. Questo è il mio corpo. Questo è il nostro bambino. E questa è la nostra gravidanza.
Sentitevi liberi di seguirmi se vi piace quello che faccio – che siano i tatuaggi, i rossetti, i diritti degli animali, la sobrietà, il femminismo, il gotico estremo, il giardino di fiori neri, i gatti o il mio adorabile marito.
Prima che ognuno di voi si senta in diritto di dirmi come comportarmi, apprezzerei molto che vi teniate le critiche non richieste per voi stessi.
Cosa più importane, se c’è qualcuno che vuole mandarmi dell’incredibile energia positiva, sono pronta a riceverla con gioia!”.
Facciamo un passo indietro.
Cosa c’entrano Salvini e Kat Von D?
Rappresentano magnificamente due dei quattro approcci base con cui si parla dei vaccini: uno è la strumentalizzazione politica, l’altro è una visione quasi religiosa e filosofica. Entrambi sono molto pericolosi: il primo punta infatti a fare campagna elettorale e ad accaparrarsi voti sulla pelle della gente, il secondo, apparentemente puro e disinteressato, in realtà è una presa di posizione egoista: ok il bambino è il tuo, ma bisogna pensare prima di tutto alla sua salute e, incredibile ma vero!, anche a quelle degli altri bambini (immunodepressi e non) con cui entrerà in contatto.
Le altre posizioni sono quella dei complottisti, che vedono nei vaccini uno strumento di controllo usato dalle multinazionali, magari anche di provenienza aliena, e infine quella scientifica.
Nelle prossime righe cercheremo di rifarci il più chiaramente possibile a quest’ultima, spiegando perché sui vaccini non si può assolutamente scherzare.
Il vaiolo: una malattia estinta grazie ai vaccini
Uno dei problemi che aleggia intorno ai vaccini è che spesso se ne parla non solo senza basi scientifiche o conoscenze mediche, affidandosi spesso al sentito dire o al “se l’ho visto su YouTube allora è vero!”, ma soprattutto quasi sempre in chiave negativa: e i vaccini sono dannosi, e i vaccini fanno venire l’autismo (ci arriveremo), e così via. Mai che qualcuno parli dei benefici che hanno portato: senza stare qui a snocciolare i dati che provano quanti bambini siano stati salvati da morte prematura, parliamo di un caso concreto, l’estinzione del vaiolo.
Molti di voi avranno notato sicuramente sulle braccia di un genitore, zii o nonni, delle cicatrici particolari, due, dalla forma ovale: sono i segni del vaccino contro il vaiolo, malattia causata da un virus, il Variola, appartenente alla famiglia dei Poxvirus, che si localizza a livello della microcircolazione di cute, cavo orale e faringe e causa un’eruzione deturpante (sconsigliamo la ricerca delle immagini ai deboli di stomaco), con vescicole che arrivano a ricoprire tutto il corpo, portando a cicatrici deturpanti, deformità degli arti, artrite, e a un’alta percentuale di mortalità. Nel corso dei secoli, questa malattia ha decimato intere popolazioni (perfino sulla mummia del faraone Ramses V si possono ritrovare i segni): nel 1967, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, 2 milioni di persone sono morte a causa del vaiolo. Parliamo di appena 50 anni fa! Ma il regno del terrore di Variola è finito nel 1979, quando l’OMS l’ha dichiarato estinto. Indovinate grazie a chi? Esatto: il vaccino. Con una massiccia campagna di vaccinazione portata avanti dall’OMS tra il 1958 e il 1977, si è riusciti infatti a debellare il vaiolo. Stessa sorte è toccata nel 2011 alla peste bovina. Non male per delle “punturine”.
Sorge a questo punto spontanea la domanda: ma se i vaccini sono in grado di far estinguere le malattie, perché varicella e morbillo sono ancora qui? Osservazione legittima: le modalità di trasmissione e manifestazione del vaiolo (non esiste serbatoio extraumano, non c’è lo stato di portatore sintomatico, durante la fase di incubazione la malattia non è contagiosa) l’hanno reso più facile da debellare, cosa che purtroppo cambia da patogeno a patogeno.
Ma qui vi voglio: vediamo cosa succede se improvvisamente le persone decidono in massa di non vaccinare più i loro figli.
Natale a Disneyland 2014: emergenza morbillo
“Disneyland is the happiest place on earth” (Disneyland è il posto più felice del mondo), dicono all’ingresso. Può essere, ma non quando, tra una foto con Topolino e un giro sulle montagne russe, scoppia un’epidemia di morbillo. A inizio 2015 il parco a tema di Anaheim, Los Angeles, esortava i bambini sotto i 12 anni, e chiunque non fosse vaccinato, a tenersi lontani dalla struttura: il motivo? Nei giorni intorno Natale, ben 42 delle persone che avevano fatto visita a Disneyland hanno contratto la malattia e, indovinate un po’? Non erano vaccinate.
In California il movimento Anti-Vax è molto presente e malattie come il morbillo stanno tornando prepotentemente di moda tra i più piccoli: al 2017, in America sono stati riconosciuti 70 casi di morbillo, di cui ben 62 riscontrati in California, 42 legati proprio a questa mini epidemia scoppiata a Disneyland. Se pochi anni di bambini non vaccinati dai genitori hanno già creato un focolaio di infezione di questa potenza, per fortuna limitato, pensiamo a cosa potrebbe succedere su larga scala. A Paperino è venuto un principio d’infarto solo a pensarci.
Cos’è un vaccino?
Se ne parla tanto, ma sappiamo davvero che cos’è un vaccino e che cosa fa?
Il nostro sistema immunitario è programmato per proteggerci da agenti esterni, i patogeni (batteri, virus o parassiti), che, una volta entrati in contatto con i nostri tessuti sono in grado di provocare malattie, più o meno gravi. Per alcune patologie come il raffreddore, che, se si ha un sistema immunitario ben funzionante, passa in pochi giorni senza conseguenze, non c’è bisogno di intervenire, per altre invece è necessario prevenire: il nostro sistema immunitario non ha infatti anticorpi predefiniti per ogni eventuale malattia, ma ne produce all’occasione quando entra in contatto con un particolare patogeno.
È chiaro che, una volta compreso questo, gli scienziati (il primo vaccino è stato identificato da Edward Jenner nel 1796) abbiano cercato di trovare un modo per abbassare il rischio di uscire devastati (o di non uscirne affatto) da infezioni gravi come il tetano e la rosolia, stimolando la produzione di anticorpi specifici per gli agenti patogeni che le causano, senza però contrarre realmente la malattia (immunoprofilassi).
Il vaccino fa proprio questo: tramite l’inoculazione di parti di un virus o un batterio (vaccini a subunità), di particelle virali o batteriche ottenute in coltura ma inattivate dal calore o dal formolo (vaccini inattivati), o da varianti meno patogene (vaccini viventi attenuati), il corpo reagisce producendo i relativi anticorpi, pronti a essere riprodotti anche in futuro, senza andare incontro ai sintomi classici di quella malattia.
Sfatiamo un po’ di bufale
Vaccinarsi è pericoloso?
Come ogni trattamento, qualche rischio, minimo, c’è, ma, se guardiamo i numeri, vaccinarsi è incredibilmente vantaggioso rispetto all’affrontare la malattia reale senza protezione. Un esempio: per il famoso vaccino anti-polio di Sabin il rischio che porti alla malattia conclamata (frequenza di reversione) è di 1 su 2,4 milioni, ovvero dello 0,0000417 %.
I vaccini causano l’autismo?
Gran parte dello scetticismo nei confronti dei vaccini si deve a Andrew Wakefield, medico inglese, radiato dall’albo, che, nel 1998, sulla rivista scientifica The Lancet, ha pubblicato uno studio secondo cui il vaccino trivalente MPR (morbillo, parotite, rosolia) è associato all’autismo. Lo studio, i cui risultati sono stati alterati volontariamente, è stato smentito grazie all’indagine giornalistica di Brian Deer, pubblicata sul Sunday Times nel 2004: si è infatti scoperto che il dottore aveva ricevuto 453mila sterline dagli avvocati di alcuni genitori di bambini autistici che volevano ottenere un risarcimento dalle case farmaceutiche. Non solo: il dottore aveva anche un interesse personale a screditare il trivalente, perché aveva brevettato un altro vaccino che avrebbe dovuto sostituirlo. Per fare questo Wakefield non solo ha alterato i dati, ma ha anche sottoposto bambini autistici a pratiche mediche non necessarie e invasive, come punture lombari e colonscopie, senza la necessaria approvazione etica da parte di un comitato di controllo istituzionale.
Scoperta la truffa, The Lancet ha rinnegato l’articolo del 1998, e il General Medical Council britannico ha radiato dall’albo dei medici Wakefield nel 2010.
Purtroppo ormai il danno è fatto: nonostante non ci siano prove scientifiche che colleghino il vaccino trivalente MPR all’autismo, mentre invece la condotta fraudolenta del dottore britannico sia stata più che comprovata, in moltissimi ancora citano il suo falso studio. Della serie #seminareilpanicoinutilmente: lo stai facendo benissimo.
10 vaccini obbligatori sono troppi?
Al momento in Italia il Ministero della Sanità ha stabilito che i vaccini obbligatori sono 10, ovvero: anti-difterite, anti-epatite B, anti-haemophilus influenza, anti-morbillo, anti-parotite, anti-pertosse, anti-poliomielite, anti-rosolia, anti-tetano e anti-varicella. In questi giorni si sta parlando del fatto che forse “dieci vaccini sono troppi”: il numero ha creato confusione in molti, che hanno pensato beh sì, in effetti vaccinarsi dieci volte forse è un po’ troppo. Prima di tutto, guardando l’elenco delle dieci malattie per cui è obbligatorio vaccinarsi, sembra davvero difficile decidere quale fare e quale no (meglio eliminare il tetano o la rosolia? Rischio di più con una malattia che potrebbe farmi morire tra terribili spasmi muscolari o con una che mi riempie di bolle e potrebbe portare effetti teratogeni a un feto se contagio una donna incinta? Questo è il problema). Secondo: in realtà per queste malattie non servono dieci somministrazioni, perché in tutto sono due vaccini, un esavalente (che copre per difterite, tetano, pertosse, poliomielite, haemophilus influenza ed epatite B) e un quadrivalente (morbillo, parotite, rosolia e varicella).
In conclusione: il metodo migliore per farsi un’opinione è informarsi, studiare, guardare numeri e dati e ascoltare il parere di chi ha dedicato la sua vita alla medicina (sicuramente ne sa più del primo che si sveglia la mattina con l’idea di pontificare strillando su YouTube). D’altra parte se, grazie soprattutto alla medicina moderna, la vita media è raddoppiata e la mortalità infantile (almeno nei paesi che possono permettersi un sistema di vaccinazione e condizioni igieniche adeguate) è drasticamente diminuita, un motivo, concreto, misurabile e razionale ci sarà. È solo così che si può fare davvero il bene dei nostri figli: rimanendo lucidi, guardando i fatti e pensando con la testa più che con la pancia.