Chemsex: fare sesso con i farmaci
Una nuova moda per aumentare il piacere e la durata
Il chemsex – ovvero fare sesso sotto l’effetto di medicinali illegali – è tra le nuove tendenze sociali più popolari del momento. Come riportano sul British Medical Journal da un team di ricercatori londinesi, questi farmaci sono spesso usati in combinazione, per facilitare l’attività sessuale – specialmente la durata – con più partner. Farmaci come il GHB, GBL e crystal meth aumentano il piacere sessuale e riducono le inibizioni, ma possono mettere a rischio la salute delle persone.
Gli effetti dei farmaci sessuali
Il Mefedrone e crystal meth sono stimolanti fisiologici, aumentao la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna, innescando l’euforia e l’eccitazione sessuale. Il GHB invece disinibisce la psiche e produce lievi effetti anestetici. Gli esperti hanno detto che la crescente popolarità del chemsex può mettere le persone a rischio di contagio di malattie sessualmente trasmissibili, come l’HIV, nonché provocare gravi problemi alla salute mentale.
Assumere farmaci «ricreativi» durante il sesso può portare a una serie di potenziali effetti collaterali dannosi come l’ansia, psicosi e tendenze suicide. Le persone che praticano chemsex posso arrivare a non mangiare e a non dormire fino a 72 ore consecutive. Il Chemsex è un modello emergente del consumo di farmaci soprattutto tra omosessuali, ma anche tra eterosessuali.
Una soluzione
Si tratta di un problema di salute pubblica per cui diventa sempre più importante sensibilizzare la conoscenza dei rischi associati e attivare servizi di sostegno adeguati – con professionisti del settore sanitario, che sappiano fornire le cure e i consigli necessari, con conversazioni sensibili e senza pregiudizio.