Essere mamma, essere donna: quando la vita cambia e il bambino è quello tuo
Considerazioni di una malamamma in una domenica di pioggia (mentre la figlia fa la chicchettosa suonando l'Oboe al caldo e lei schiatta dal freddo fuori ad aspettarla)
(da leggere con “Can’t take my eyes off you” versione di Lauryn Hill)
Non credo che una donna nel momento in cui diventa madre debba per forza cominciare a sentirsi grassa, sola e triste perché gli ormoni vogliono così;
Non credo che debba solo ed esclusivamente cominciare a parlare in maniera compulsiva di cacca, coliche e poi dopo di saggi, altezza/peso, poesie di Natale, vacanze intelligenti, crema solare, cibi a chilometro zero;
Non credo debba cominciare ad ascoltare esclusivamente filastrocche e vedere incessantemente serie tv il cui doppiaggio è obbiettivamente discutibile.
Ad un certo punto ogni donna desidera – ancora non capisco perché – la pancia, il seno dolente, la schiena a pezzi, i piedi gonfi, un ipotetico infinito travaglio, un dolorosissimo parto, poi le ragadi, i punti, le notti insonni, la suocera, la madre, la vita che va avanti mentre tu pensi di esserti immobilizzata. Non lo capisco ma è vero, arriva per tutte.
Per cui.
Se ogni donna si sente così nei primi momenti del suo essere madre, non credo sia il caso di infilare una trave nella piaga, cambiando totalmente la propria persona.
Come il sesso. Tutto, ma proprio tutto ci comunica come il sesso sia la cosa più bella del mondo, e la prima volta che farai l’amore sarà con l’uomo più bello e più dolce; sarete in un letto fresco di rosa, al tramonto, davanti al mare con candele ed essenze profumate, e invece poi scopri che ti devi sbrigare perché i tuoi genitori stanno di là in salotto, oppure perché i vetri della macchina fra un po’ si spannano, perché “ma come si mette sto coso viscido – ah boh, se non lo sai tu, io non ti aiuto, mi fa schifo” e poi “ahi, mi fai male, vai piano, no aspetta… ah… hai già fatto. Ok.”
Se il sesso è così- la più grande menzogna dell’adolescenza – dopo, l’essere madre è quasi peggio, perché in ogni minuto di ogni giorno devi fare i conti con figlio-società-imposizioni-te stessa.
E vi garantisco che non è per nulla facile.
Puoi essere una donna sposata, single, separata, lesbica, vedova, puoi essere chi ti pare, ma nel momento in cui diventi madre sarai una madre sposata, una madre single, una madre lesbica, una madre vedova, e questo comporterà dei cambiamenti grandi, che solo ed unicamente tu sai che dinamiche devono avere;
non può essere che ti senti sbagliata perché sei una mamma con i capelli blu;
non può essere che ti senti sbagliata perché sei una mamma che è poco coraggiosa, o perché non ha la patente, o perché inciampa, o perché ti piace bere rum e cola come se non ci fosse un domani.
Prima i tuoi difetti ti facevano sentire unica e inimitabile, e allora perché nel momento in cui diventi madre tutto questo deve solo provocarti ansie e frustrazioni?
Non credo che portare avanti la specie sia una cosa da poco, e se hanno affidato a noi questo compito ci sarà un motivo; ed è qui che ogni donna deve trovare il modo, il solo indiscutibile proprio modo di essere una donna che diventa madre.
Il giusto compromesso per essere felice sempre, perché “esisto anche io” non va bene; “ormai faccio solo da autista” non va bene; “ok, prenderò il part time, rinuncio alla cena, dai ci vediamo un’altra volta” non va bene; oppure va benissimo solo ed esclusivamente se la mamma in questione è pienamente felice di tutto questo.
Ma ne dubito.
Come si trova quindi, la giusta via, il giusto mezzo? Io questo non lo so, o meglio non saprei trovare una soluzione giusta per ogni donna, per ogni mamma; io ho trovato la mia, che forse va al dì là di schemi preesistenti, forse andrà contro corrente, ma questo a me non interessa.
Io, per esempio, ho capito che ho bisogno di un uomo che faccia da padre a mia figlia, e di un altro che mi faccia da compagno di vita. Per entrambi avrò sempre rispetto e con civiltà e amore andremo avanti tutti insieme.
Ma, sia il padre di mia figlia, che il mio compagno di vita dovranno abitare sotto un tetto diverso dal mio…
Sono una malamamma, mica una scema.
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