Manipolare qualcuno per ottenere ciò che si vuole: è OUT!
Quando un uomo vuole venire a letto con te, non potrebbe semplicemente dirti: “facciamo sesso?”
Detesto quando le persone non sono chiare. Nessuno di noi è onesto e sincero al 100%, ventiquattro ore su ventiquattro, è indubbio, e anche a me è capitato di manipolare qualcuno per ottenere ciò che volevo, ma partire facendo credere di avere un’intenzione per in realtà raggiungerne un’altra no, non mi è mai successo. Ho ferito, ma non ho mai illuso o affabulato.
Quando un uomo vuole venire a letto con te, non potrebbe semplicemente dirti: “facciamo sesso?”, che cosa ci guadagnano dal farti credere il contrario?
Ve lo dico io: NIENTE!
Anzi, hanno tutto da perdere: i soldi della cena, i soldi del drink, i soldi della benzina…
E a che pro? Solo per non voler dire la verità?
Quanto abbiamo paura della verità?!
Lunga vita alla verità!
Ma qual è il problema?
Al massimo alzeremo un dito in segno di diniego o, se siamo meno stizzite o solo più educate, lo diremo a parole.
Chi non vuole fare sesso è perché ha altro per la testa, non perché non gli piaci, altrimenti non sarebbe uscita con te, in the first place, uomo, non ti pare?
Cos’è questa paura, questo terrore, questa fobia, oserei molto a ragion dire, del rifiuto, dell’errore?
La pulzella non ti vuole? E chissenefrega, avanti un’altra!
Essì che non mi pareva gli uomini si facessero di questi problemi.
Mi sbagliavo prima o mi sbaglio ora?
È invece la figura da babbeo, il VERO problema?
Una ragione ancora più stupida per voler rifiutare la verità, I say.
Sprechiamo il nostro tempo a escogitare piani su come poter dire le cose, anziché dirle; rimaniamo impalati davanti a qualcosa che non
conosciamo perché non sappiamo come farla, anziché provarci e basta.
Eppure sappiamo che non si nasce imparati, sappiamo che l’appetito vien mangiando, che pur non sapendo dove andare, sarà la strada ad indicarci la via, e blah blah blah.
Di detti, modi di dire e frasi da cioccolatino ce ne sono molti in giro, inutile che stia qui ad elencarne, interrogate Facebook!
Quanto tempo buttato dietro la ricerca e l’inseguimento di qualcosa che non siamo/non vogliamo?
Ma perché?
Avete idea di quanto invece potremmo fare con quel tempo?
E di quanto in più potremmo invece riuscire a godere, di quel tempo, dando la possibilità all’onestà di parlare?
E ci guadagneremmo in reputazione oltretutto, il che, se è vero che la miglior forma di comunicazione è il passaparola, non fa mai male.
Perché la verità ci fa così paura?
Perché ci spinge a confrontarci con noi stessi, perché ci infila in testa dubbi che non vorremmo avere e a cui cerchiamo di non dedicare tempo per pensare.
Molto spesso scegliamo di tormentarci per millenni o torturare gli amici e i parenti, quando invece basterebbe affrontare il bastardo e dirgliene quattro (o meglio: ascoltarne quattro). Eppure diciamo di volerla conoscere questa benedetta verità, lo diciamo sempre.
Sappiamo perfettamente che la verità ci libererà, che ci farà provare sollievo, che ci farà proseguire con il nostro cammino; siamo riusciti a conoscerla prima, e allora perché questa volta è così difficile?
Perché ci sono situazioni, momenti in cui ci crogioliamo nella beata speranza che rimanga ignoranza?
Perché per quanto una relazione sia orribile, a volte è meglio della solitudine, mi viene da dire.
Oppure perché ci avevamo messo già così tanto, che è difficile lasciar andare ora.
Però allora perché poi ci affidiamo all’orecchio di madri e sorelle?
Perché ci fidiamo dell’istinto degli amici?
Del fiuto dei colleghi?
Della voce di corridoio, del pettegolezzo? Che, per quanto ne sappiamo, potrebbe avere la stessa affidabilità di una malalingua… Eppure non ci pensiamo, ci buttiamo in essa, la abbracciamo, come fosse la profezia dell’Oracolo, la convinzione del guru, la lettura dei tarocchi. Il che è assurdo, è una contraddizione in termini, dove sta la logica in tutto questo?
Rinunciamo a qualsiasi cosa per le motivazioni della logica, e poi? Crediamo al gossip, all’oroscopo, alla fattucchiera, alla vicina…
Tutti i giorni noi accendiamo i nostri computer, ci colleghiamo alla rete e interroghiamo Wikipedia per sapere qualsivoglia cavolata.
Sappiamo bene che non è uno strumento informativo affidabile, eppure non ci sogneremo mai di confutare ciò che vi è scritto, o mi sbaglio?
Tutto questo mi fa venire in mente quel discorso che si faceva anni fa: se un uomo lo dà via spesso e volentieri, viene considerato un playboy, se una donna la dà via con la stessa gioia e generosità, viene considerata una “vacca”; è la stessa cosa.
A nessuno di noi verrebbe mai in mente che una voce che circola per i corridoi, possa essere diffamazione, calunnia, e invece potrebbe; perché no?
In un clima politico in cui ormai non si può dire niente che ti affibbiano l’appellativo di comunista-antipatriottico, in un’Italia in cui una sola parolaccia è motivo di querela, in un luogo in cui offendere un potere significa commettere vilipendio o oltraggiare, in un YouTube in cui si litiga persino per una canzone, si può fare causa per tutto e in cui anche le pulci hanno la tosse, mi stupisce che non ci sia diffidenza verso il gossip.
Eppure sono certa sia ancora la fonte di verità più usata. E non solo su Novella 2000. Forse per lo stesso motivo le sedicenti maghe e medium fatturano fior fior di quattrini ovunque nel mondo.
Non è la speranza di un futuro migliore, non è la nostra ancestrale sete di curiosità, è l’incapacità di accettare la verità e quindi di affrontare la realtà.
Molto meglio rifugiarsi in un caldo presentimento positivo, in una blanda conferma di quel poco in cui crediamo, in un ragionevole dubbio, in un chissà, in un forse.
Per quanto negativa, la premonizione, non sarà mai terribile come la verità detta dalla bocca di chi non vorremmo mai la pronunciasse. Se detta da uno sconosciuto, una verità che infastidisce può sempre essere respinta, negata, e noi potremo in men che non si dica tornarcene sempre nel nostro caldo cantuccio; ma la verità che arriva dalla fonte è definitiva, è una mazzata sulla fronte: non ci sono cantucci caldi dopo, da lì è tutta una salita al freddo della solitudine e dello sconforto.
La verità fa crollare le certezze, insinua dubbi e semina insicurezze, innalza barriere tra noi e gli altri.
Se fosse facile da gestire, sarebbe la potenza cosmica più forte dell’umana conoscenza, maggiore anche del sesso. Ma la verità è che la verità non è per tutti, lo sentiamo dire spesso, perciò, meglio il sesso, che è puro istinto animale, odore di ferormoni in subbuglio, droga e attività alternativa al pensiero.
Ma mi raccomando, prima di farlo: ditelo.
Ci risparmiate, come dicevo, e ci guadagnate, anche, in tempo e salute!