"Non darla a un russo" la pagina Facebook che invita le donne ucraine allo sciopero del sesso
E nel contempo vende t-shirt: maliziose, accattivanti, con citazione in tema. Protesta politica o temporary brand?
Non darla a un russo è la pagina Facebook che invita le donne ucraine ad effettuare un boicottaggio del sesso nei confronti degli uomini russi. Creata qualche giorno fa dopo l’annessione della Crimea alla Russia, Non darla a un russo (orig. Ni dai Ruskamu) è una maliziosa – più che militante – pagina Facebook che va più verso un brand di abbigliamento che un movimento di sollevazione dal basso (doppio senso non voluto).
Dico così perchè l’invito allo sciopero del sesso di Non darla a un russo è supportato da un accattivante immagine con logo e citazione in tema che fa presupporre un elaborato studio grafico più che una protesta improvvisata. Le t-shirt manifesto di Non darla a un russo hanno la stampa di due mani semi-giunte che ricordano una vagina e sul lato della t-shirt un verso di Katerina del poeta ucraino dell’Ottocento Taras Shevchenko perseguitato dal regime zarista: “Innamoratevi, fanciulle dalle sopracciglia nere, ma non dei russi”.
Sarà un caso ma Non darla a un russo è iscritta nella categoria “abbigliamento” delle pagine Facebook e le t-shirt con il manifesto sono in vendita per le supporters o simpatizzanti dello sciopero del sesso. Dunque protesta geo-politica, seppur leggera, o temporary brand per fare cassa sulla situazione del momento?
Siamo nell’era della t-shirt con la scritta stampata per qualsiasi cosa, pensate se già la Lisistrata di Aristofane avesse avuto la sua t-shirt brandizzata per lo sciopero del sesso indetto per far cessare la guerra, magari con un testo tanto triviale quanto diretto: “Niente pelo senza pace nel Peloponneso” o la pragmatica Claudia Mori che pensava alla pagnotta da mettere in tavola al canto di “Chi non lavora non fa l’amore”.
Chissà se proprio oggi tra le acquirenti delle t-shirt di Non darla a un russo ci sarà una certa Ludmila, omonima della ex-First Lady russa, nel giorno in cui dal Cremlino arriva la conferma ufficiale del divorzio di Vladimir Putin dalla moglie. Forse un’omonima, o forse no, la vendetta di una moglie tradita (da anni si vocifera della relazione di Putin con l’ex ginnasta Alina Kabaieva) potrebbe avere anche la forma di una t-shirt.