Una madre disperata, nessuno riusciva a capire cosa avesse il suo bambino
Stephanie Smith è una giovane mamma di 35 anni. A dicembre è diventata mamma del suo secondogenito, un maschietto: “Abbiamo scelto il nome Isaia perché significa ‘Dio è la mia salvezza’, ‘Dio è il mio aiuto’ “, racconta Stephanie. Tutto stava andando per il meglio fino a febbraio, quando…
Isaia ha da poco compiuto tre mesi. Durante il bagnetto la madre nota sul volto del piccolo, qualcosa che diventerà il loro incubo peggiore. Era una macchia rossa che, giorno dopo giorno, aumentava di dimensioni. Ma la cosa più strana era che la chiazza diventava di colore rosso vivo in presenza di qualsiasi profumo o odore nella stanze della casa. La macchia ben presto, si trasforma in una ferita sanguinante.
Il piccolo Isaia è stato immediatamente portato in ospedale. I medici, dopo accurati esami, hanno diagnosticato un grave eczema, guaribile con una pomata al cortisone. In un primo momento l’unguento sembra alleviare la piaga e man mano il rossore iniziava a sparire. Purtroppo però, solo dopo qualche giorno, l’incubo è tornato, in maniera assai peggiore. Ora tutto corpicino era ricoperto da quelle strane macchie rosse! I medici allora, aumentano le dosi di pomata.
Ma ancora la solita storia. Il rossore sul corpo del bambino scompare per poco e poi ogni volta diventa più aggressivo e doloroso. I medici non sanno davvero cosa fare, trovare una soluzione sembra impossibile. Nel frattempo il piccolo perde completamente i capelli, non riesce a stare seduto e diventa sempre meno reattivo.
Stephanie era disperata: “I medici hanno detto che era solo un eczema. Lo hanno visitato in molti, ma sembravano tutti impotenti di fronte a quello che stava succedendo a mio figlio. Abbiamo deciso di consultare un nuovo specialista, mi ha detto che il problema probabilmente era il mio latte e quindi mi ha proibito di allattarlo!!”. Nonostante la privazione del latte materno e la pomata al cortisone, Isaia era ancora molto grave, urlava e piangeva continuamente per il dolore.
Stephanie allora, nel panico più totale, pensa di eliminare da casa: mobili, oggetti, abiti, in generale tutto quello non strettamente necessario, per evitare una possibile infezione delle ferite. Avvolge Isaia in bende mediche e continua con la pomata. Anche le mani sono coperte per evitare che il piccolo si graffi durante la notte. Ma Stephanie nota qualcosa… Isaia sembra placarsi solo quando è immerso ne l’acqua; allora la mamma passa le sue giornate con il figlio, mentre lo immerge nel lavandino.
“La pelle era talmente delicata che si stracciava facilmente, non potevo nemmeno prenderlo in braccio e stringerlo a me. Soffriva continuamente, il dolore era lancinante e io piangevo insieme a lui. E’ stato come se non avesse più la pelle… In costante agonia e preoccupazione, mi sono trovata a pensare che se questa era la vita che lo attendeva, forse sarebbe stato meglio accompagnarlo alla morte…”, queste le forti parole della madre.
I medici alla fine si arrendono. Non sanno veramente più cosa fare. Tra la paura, l’ansia e l’angoscia i genitori di Isaia decidono di cercare una soluzione su internet. Su un forum Stephanie vede delle immagini di bambini apparentemente con lo stesso problema di Isaia. Improvvisamente la donna si rende conto: “Parlavano degli effetti collaterali del cortisone e di come la situazione potesse peggiorare una volta che si interrompeva il trattamento”. Stephanie prende una decisione drastica, cessa l’uso del cortisone e decide di proseguire con il “fai da te”. Crea un unguento a base di citronella e zinco. Ben presto, la pelle di Isaia comincia a guarire.
Dopo 10 mesi la pelle del piccolo ometto torna alla normalità. Ora è un bambino di un anno, perfettamente “normale” .
“Abbiamo consultato ben 35 medici. Tutti hanno detto che era l’eczema. Voglio mostrare le immagini della sua pelle oggi! Abbiamo perso il primo anno della sua vita, non l’ho potuto baciare o tenerlo stretto a me. Ora possiamo finalmente toccarlo e riempirlo di coccole. Non potete neanche immaginare quanto questo regali tanta felicità a noi e a Isaia!!”.
A volte, per noi mamme la medicina non serve. L’ istinto può salvare veramente la vita ai nostri figli. Con questo non vogliamo raccomandare l’utilizzo del “fai da te”, ma una giusta combinazione di scienza e di bravura di mamma! Stephanie ha voluto condividere la sua storia, per aiutare altre madri, ma soprattutto altri bimbi che potrebbero incontrare lo stesso problema di Isaia. Condividete tutte!