Cos’è la sindrome dell’ipervigilanza
Cos'è la sindrome dell’ipervigilanza? Ecco perché tutte le mamme dovrebbero leggere questo articolo
Si chiama sindrome da ipervigilanza e affligge numerose mamme. Tenere sempre sotto controllo i figli affinché non si caccino nei guai è un lavoro a tempo pieno. E non stupisce che le madri siano sempre stanche, nervose e stressate.
Nella sindrome da ipervigilanza, però, questa necessità di controllo diventa eccessiva: la madre controlla ogni singolo aspetto della vita e dei comportamenti dei figli, ma così facendo non fa mai una pausa, non dedica mai cinque minuti a se stessa.
L’ipervigilanza comporta uno stato di attenzione aumentata e costante. Il problema è che le donne afflitte da questo problema, finiscono per essere preoccupate da qualsiasi pericolo, indipendentemente dalla sua gravità. Inoltre provano un senso di persecuzione continuo e hanno attacchi di ansia. E non è detto che il pericolo che pensano di individuare sia reale o così grave: si allarmano per ogni cosa. Ma quali sintomi possono indicare la presenza di una forma di ipervigilanza? Eccoli:
- sudorazione aumentata
- tachicardia
- tachipnea
- stanchezza
- affaticamento
- irritabilità
- nervosismo
- reazioni esagerate
E’ possibile curare la sindrome da ipervigilanza? Sì, ma non è facile. Questo perché la prima cosa da fare è ammettere di avere un problema e di avere bisogno di aiuto per superarlo. Il che è la cosa più difficile: le super mamme dei tempi odierni vogliono apparire perfette e in grado di fare qualsiasi cosa, sia mai ammettere di essere umani e di aver bisogno di aiuto.
Una volta accettato il fatto di essere umane, bisognerebbe recarsi dal medico per fare qualche accertamento: i sintomi descritti sono aspecifici e riferibili a parecchie altre malattie, sia metaboliche che ormonali, senza dimenticare le altre patologie psicologiche che possono condurre a una sintomatologia simile.
Una volta accertato che non si tratta di un problema fisico, bisognerà rivolgersi a un esperto, quindi uno psichiatra, uno psicologo o un psicoterapeuta in modo da procedere con la terapia migliore. Possibile che vengano prescritti farmaci ansiolitici o antidepressivi, ma attenzione: i farmaci da soli non guariranno la causa principale. Bisognerà modificare le proprie abitudini e i propri percorsi mentali per uscire fuori da una forma di ipervigilanza.