La storia di una madre di nome Emma Woodhouse
La storia di Emma Woodhouse, una madre che ha dato alla luce la sua bambina senza vita
La perdita di un figlio, è uno dei dolori più strazianti che una madre possa provare. Ogni persona, reagisce, dinanzi ad una tragedia del genere, in modo diverso. C’è chi rimane in silenzio, chi non realizza subito, chi grida di dolore, chi piange, chi si isola e chi cade in depressione. Oggi vogliamo raccontarvi di questa madre e del modo con cui ha cercato di superare il lutto.
Migliaia di persone hanno commentato la sua storia, con parole di compassione e di stupore. Emma Woodhouse era giunta alla fine (costretta) della sua gravidanza e si era recata in ospedale, per dare alla luce le sue amate bambine, due gemelline. Dopo il parto, però, nulla era andato come si era aspettata e come si era immaginata. I medici le diedero la terribile notizia che una delle sue figlie, era nata morta. “Quando ho incontrato mia figlia Jess, ho sentito tanto amore. Non volevo più toglierla dalle mie braccia. L’ho adagiata vicino al mio petto, è stato molto bello. Tranne una cosa: era morta. Jess e sua sorella gemella Bella sono nate premature a 29 settimane di gestazione, dopo che ho avuto problemi con la mia placenta. Dopo la nascita, i medici sono riusciti a salvare Bella, trasferendola immediatamente in terapia intensiva, ma non sono riusciti a salvare Jess, poiché era già morta. Non dimenticherò mai quel giorno: una bella e una terribile notizia. Una delle nostre figlie era riuscita a sopravvivere, l’altra no. Ero scioccata e mi sentivo male. Quando mi hanno messo Jess sul mio petto, ho sentito tanta pace e amore. Io e mio marito siamo rimasti con lei per dodici ore, fino a quando le sue labbra hanno iniziato a scurirsi.
I medici, poi, ci hanno parlato di una specie di culla con raffreddamento che consente al bambino morto di passare più tempo con i genitori. Abbiamo accettato subito. Così l’hanno messa in quella culla. Io e mio marito abbiamo altri tre bambini, più grandi. Quando sono venuti a trovarmi in ospedale, hanno sorriso alla vista di Jess e le parlavano. Io pensavo solo a come avrei fatto a dire loro che una delle sorelline, che tanto avevano aspettato, in realtà era morta.
Per quattordici giorni, mi sono presa cura di Jess. Ho cantato per lei e l’ho baciata. Poi è arrivato il momento di salutarci. Non volevo lasciarla, ma era necessario. I suoi funerali si sono svolti il 5 luglio. Il 6 agosto, Bella è stata dimessa dall’ospedale e siamo tornati a casa come una famiglia di sei persone anziché sette, come avremmo voluto.
So che molte persone potrebbero trovare strano che io abbia passato due settimane con la mia bambina nata morta, ma non mi interessa.
È cresciuta dentro di me per sette mesi ed era il minimo che io rimanessi con lei per 14 giorni.”
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