A te mamma. Ovunque andrò, ovunque andrai, sarai con me
Cara mamma, ti scrivo questa lettera per tutte le cose che non ti ho detto mai
Cara mamma,
Ho deciso di scriverti una lettera per dirti delle cose, quelle che forse ti manifesto attraverso i miei abbracci e i miei baci che però, non sono mai abbastanza.
Perché tu mamma, mi hai dato tutto che ho, tu mi hai insegnato tutto quello che sono e devo dire grazie a te per la donna che sono diventata oggi. Mi hai regalato la vita e non hai mai chiesto nulla in cambia. Mi hai insegnato a camminare, a mangiare, a parlare. Ti ricordi quanti tentativi hai fatto prima che io imparassi ad allacciarmi le scarpe da sola?
E quanti ancora prima, per insegnarmi a camminare. Tu che mi aspettavi a pochi passi di distanza da me, tu che mi rialzavi ad ogni caduta. E hai continuato a farlo, giorno dopo giorno, anno dopo anno.
Mi hai lasciato i miei spazi, quelli che con insistenza e forse anche un po’ di prepotenza ti chiedevo durante la mia adolescenza. Camminavi dietro di me mamma, senza farti vedere, ma io sapevo bene che eri lì, ci sei sempre stata e lo farai per sempre, anche quando ti chiedo di non farlo.
Tu mamma mi hai insegnato che nessun principe azzurro mi verrà a salvare, che le regole imposte dalla società non hanno alcun potere su di me e che dovrò essere sempre forte, indipendente e senza paura.
Mi hai insegnato a cavarmela da sola, ma a chiedere aiuto qualche volta, anche se questo a te posso dirlo, faccio ancora tanta fatica ad affidarmi agli altri. A tutti, ma non a te.
Grazie mamma perché mi hai insegnato a cucinare. E no, non l’hai fatto perché come credono tutti, una donna deve saper cucinare. Lo hai fatto perché volevi condividere questa passione con me, come ha fatto nonna con te.
Lo hai fatto perché sai che adoravo svegliarmi la domenica mattina con il profumo del ragù che cuocevi già da ore, sono sicura che vorrai che anche le mie figlie un giorno provino la stessa meravigliosa sensazione. E ti prometto che insegnerò loro a cucinare, come tu hai fatto con me.
Ti ringrazio mamma, mi hai reso una bambina curiosa e non mi hai mai tarpato le ali e questa fame di conoscenza che ho nei confronti del mondo la devo a te. Mi hai insegnato ad imparare, da sola, dalle mie capacità, dai miei errori, dai miei fallimenti. Grazie mamma, tu mi hai insegnato a fallire. Ci ho messo un po’, ma ora so che solo rialzandosi da una caduta, posso vedere il sole splendere più bello di prima.
Da te, ho ereditato il dono della gentilezza, della premura e della comprensione e so che queste sono le mie caratteristiche più belle, perché è proprio in questo che ti somiglio. Mi guardo allo specchio e ti rivedo, nei sorrisi, negli occhi e negli atteggiamenti, anche in quelli che dicevo di non sopportare.
Era una bugia mamma, non avevo ancora compreso che non volevo altro che somigliavo a te. Mi guardo ancora e so di essere fortunata a somigliarti.
Grazie a te mamma, io non mollo mai. Ho rifatto quella crostata, anche dopo averla bruciata in forno, ho ripetuto quell’esame perché tu mi dicevi che potevo farcela, ho inseguito i miei sogni fino a farmi male perché tu mi hai detto “vai avanti”.
E poi mamma mi hai insegnato a ricominciare, nel modo più discreto e delicato che una persona può fare. Tu mamma mi hai visto frantumata in tanti piccoli pezzi quando tutto il mio mondo è crollato, eppure e l’ho fatta e la tua vicinanza è stata preziosa.
Tu mamma mi hai insegnato tutto. Tutto ciò che so, che sono e vorrò essere. Grazie mamma.