“Mi chiamo Cassidy Trevan e voglio dire la verità”
Ha trovato la lettera di sua figlia, dopo lo spiacevole episodio
Se parliamo di bullismo, ci immaginiamo dei bulli che deridono il classico “secchione” della scuola, ma oggi invece questa parola è molto di più. Il bullismo è un pericolo, che sta portando al suicidio di molti bambini e adolescenti. Il bullismo non è più solo fisico, ma anche psicologico, il che è ancora peggio!
La colpa è anche dei genitori, perché quando la scuola li mette al corrente del comportamento dei loro figli, loro ci passano sopra, non mettendosi nei panni dei ragazzini che vanno a “bullizzare”. La ragazza che vedete nell’immagine di sopra, aveva 15 anni e si chiamava Cassidy Trevan. Non è mai riuscita a farsi amici, perché era continuamente vittima dei bulli della sua scuola, che la ferivano fisicamente, ma soprattutto psicologicamente. La deridevano e le davano soprannomi non molto belli, soprattutto le ragazze. Quando Cassidy ha raccontato a sua madre come veniva trattata, la donna si è recata alla sua scuola per parlare con gli insegnati, ma quando ha visto che le cose non migliorarono per la sua bambina, decise di iscriverla ad un altro istituto, per permetterle di ripartire da zero. Aveva solo tredici anni. Quando le “bullette” della vecchia scuola si resero conto di quello che era successo, si recarono a casa della quindicenne per scusarsi con lei e la invitarono ad una festa. Immaginate la felicità di Cassidy… come poteva una ragazzina immaginare il loro orribile piano? Una volta giunta a quell’indirizzo, si rese conto che non c’era nessuna festa… c’erano due ragazzi più grandi che la stavano aspettando. Cassidy è stata violentata a 13 anni. La denuncia dei suoi genitori non è servita, perché non c’erano prove sufficienti… e gli altri raccontavano storie diverse… nessun testimone…
A scuola tutti la consideravano una poco di buono, una che l’aveva regalata a due ragazzi contemporaneamente.
La famiglia decise di trasferirsi in una città vicina, ma la vice sulla ragazza si sparse presto anche lì. All’età di quindici anni, Cassidy ha deciso di non voler più soffrire e si è tolta la vita. Dopo un po’ di tempo dall’orribile tragedia, sua madre, sistemando le cose della sua bambina, ha trovato una lettera ed ha deciso di pubblicarla, per aiutare in qualche modo tutte le ragazze come Cassidy e per lasciare una lezione a chi si diverte a “bullizzare” i più deboli:
“Mi chiamo Cassidy Trevan, e sono stata violentata a 13 anni. Non sto facendo questo per vendetta a quegli studenti che mi hanno violentata. Non sto nemmeno facendo questo perché voglio attirare attenzione. Il mio obiettivo è quello di avvisare altre persone (gli studenti principalmente ma anche i genitori) su quello che mi è accaduto, per renderli consapevoli. Lo faccio perché più di 1500 studenti di età compresa tra i 7 e i 13 anni, sono attualmente iscritti a scuola. Dopo quello che mi è successo, la scuola non ha fatto nulla per aiutarmi.
Voglio rendervi consapevoli e voglio farlo per me stessa. Ho bisogno di trovare la pace, dopo un anno e mezzo. Hanno raccontato tante storie su di me, hanno raccontato storie inimmaginabili. Chi non mi conosce, mi contatta su Facebook, per chiedermi se sono quella p*****a. Ho cambiato scuola, ma il mio passato ha continuato a perseguitarmi. Non posso cancellare quelle storie, ma posso dire la verità. Mi chiamo Cassidy Tevan e sono stata violentata”.
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