Muore a 5 mesi dal parto. I genitori decidono di dire tutta la verità
Questa coppia, Hannah e Ben Day stavano aspettando il loro primo figlio, quando un giorno, durante una visita di routine, a trentasei settimane, il medico li ha informati di una triste notizia. L’ecografia mostrava che la bambina, era una femminuccia, aveva diversi buchi nel cuore. E’ una condizione chiamata difetto del setto atrioventricolare..
Tutti, perfino il consulente di medicina materno-fetale, all’interno del British Health Care System, consigliarono loro di abortire. “Siamo rimasti entrambi sorpresi. Non sapevamo nemmeno che l’aborto fosse un’opzione. E ‘stato terribile “, ha detto Ben. “Ci è stata proposta una cosa del genere a 36 settimane. E’ stato a dir poco disgustoso”. Nei giorni successivi, il team medico ha spiegato loro che questa condizione era comune nei bambini affetti dalla Sindrome di Down e, dopo i risultati positivi dell’amniocentesi, hanno mostrato loro un opuscolo. “E’ stato qualcosa di assurdo. C’era scritto: queste sono le cose che potrebbero essere sbagliate con tuo figlio; queste sono le sfide che dovrai affrontare. Ci sembrava un incubo.” Nonostante le proposte e le pressioni, decisero di proseguire fino al parto e di dare alla loro bambina, la migliore vita possibile. Ma il peggio doveva ancora arrivare… Dopo 5 mesi dalla nascita, Iris, purtroppo, è volata in cielo. La piccola aveva bisogno di un intervento al cuore, ma l’ospedale lo ha rimandato di ben tre volte. “La prima data che ci fu data per l’operazione, fu il 4 novembre, Iris aveva quattro mesi e mezzo. Ma tre giorni prima, abbiamo dovuto portarla al Colchester Hospital dopo che aveva sviluppato problemi respiratori, una temperatura anormale e un’eruzione cutanea. È stata controllata da degli specialisti presso l’Evelina di Londra, dove è stata poi curata per un’infezione per due settimane prima di essere dimessa. Quindi hanno preferito aspettare per l’operazione”, ha raccontato la mamma.
“La data è stata riprogrammata per il 25 novembre, ma poi fu nuovamente cancellata poiché non c’era un letto a disposizione in terapia intensiva. Ero furiosa, perché continuavano a dire che l’operazione doveva essere fatta al più presto. La successiva data fu il 30 novembre, ma il giorno prima dell’operazione, è stata di nuovo cancellata per via di un bambino più urgente di lei, a cui hanno dovuto dare la precedenza.
Era mia figlia, non una scatola di fagioli! Mi hanno detto che l’avrebbero operata il 9 di dicembre, ma mia figlia quella data non l’ha mai vista. Il primo dicembre, ha avuto un attacco respiratorio e l’abbiamo portata subito al Ospedale di Colchester.
Siamo rimasti accanto a lei tutta la notte, sembrava migliorare. O almeno era quello che dicevano loro, l’infermiera passava di sfuggita a controllare, mia figlia stava morendo e loro non se ne sono resi conto.
Mia figlia è morta e io non sono riuscita ad impedirlo. Sono convinta che se l’avessero operata, sarebbe ancora viva”, ha concluso la donna.
Questi due genitori hanno fatto causa all’ospedale, sia per la proposta illegale d’aborto sia per le operazioni rimandate. Riguardo il primo argomento, l’aborto è legale fino a 24 settimane nel loro paese, ma se c’è un rischio sostanziale per la vita della donna o anomalie fetali, non c’è limite di tempo. In un anno, secondo le statistiche, sei bambini con sindrome di Down sono stati abortiti a 37 settimane. I medici hanno dichiarato che il loro compito è quello di informare i genitori di ogni possibilità di scelta. Ma rimane il fatto che hanno trascurato la sua situazione e adesso accurate indagini, determineranno se, con l’operazione, avrebbe avuto possibilità di vivere.