Partecipa al pigiama party con le sue amiche, ma si ritrova in un incubo
L’argomento di oggi purtroppo è tristemente attuale. Il bullismo: un adolescente su due è vittima di violenza da parte di coetanei organizzati in gruppi violenti, i bulli. Questi i dati: poco più del 50% ha subito violenza in modo occasionale, il 19,8% è vittima assidua, nel 9% gli atti di prepotenza si ripetono con cadenza settimanale.
Il fatto di subire una violenza può avere conseguenze atroci. La vittima sente di essere sola al mondo, tutti ce l’hanno con lei, è convinta di meritare tutto quello che le sta succedendo. A lungo andare, chi subisce la violenza, avrà sicuramente un calo dell’autostima, soffrirà d’ansia, sarà depresso e si inventerà mille modi per non uscire di casa al solo scopo di riuscire ad evitare la violenza.
Perché accanirsi contro una persona in questo modo? Che cosa nasce nella testa del bullo? La violenza consente al prevaricatore di:
- accrescere il proprio prestigio tra i pari;
- essere più popolari e avere potere sugli altri;
- migliorare la propria posizione sociale.
E’ fondamentale rompere il muro del silenzio sull’argomento e tutelare la persona che subisce la violenza. A proposito di questo argomento vogliamo riportavi la storia di Gaia, una ragazzina appena adolescente:
“Mi chiamo Gaia, ho 14 anni e sono stata picchiata dalle mie “amiche” durante un pigiama party; pensavo che quella fosse un’occasione per passare una serata insieme, invece loro hanno deciso di “darmele di santa ragione”. La violenza che ho subito è stata fatta senza pietà, mi deridevano, mi picchiavano, mi insultavano e mentre facevano tutto questo intanto giravano un filmato, magari per guardarlo più tardi e ridere ancora alle mie spalle. Ero disperata dopo l’accaduto, avevo vergogna di parlare con i miei genitori, ma sapevo anche che erano gli unici che avrebbero potuto aiutarmi. Ho subito lesioni molto gravi tanto da accumulare una spesa medica di 40 mila euro.”
“I miei genitori hanno deciso di sporgere denuncia contro chi mi aveva fatto questo, soprattutto contro chi mi adescato nella propria casa al solo scopo di picchiarmi. Solo dopo le denunce sono venuta a conoscenza dei reali motivi del pestaggio: quelle che oggi non chiamo più amiche erano gelose di me, della mia famiglia, perché la fortuna ci ha sorriso e qualche settimana prima avevamo vinto del denaro giocando alla lotteria; il guaio è che purtroppo la cosa era risaputa nell’ambito scolastico e della nostra comunità. Oggi sto bene, sono serena, i miei genitori sono stati fondamentali per superare l’episodio, mi hanno promesso delle ritorsioni, dopo che sono andata dalla polizia, ma oggi non ho paura, IO sono più forte!!!”
Apriamo gli occhi, il fenomeno è più grave di quanto sembra. Dobbiamo proteggere i nostri figli dalle persone violente; molte volte il tutto rimane nascosto anche perché la violenza è agita su internet: minacce, pubblicazione di foto “imbarazzanti, espressioni volte a rovinare la reputazione della vittima… che fanno più male degli schiaffi e dei pugni.
Condividete la storia di Gaia e magari fatela leggere anche ai vostri figli, potrebbero trarne una lezione importante.