“Se non avessi controllato il suo profilo, oggi non avrei più una figlia”
“Sono padre di due figlie, mi chiamo Scott Jenkis e voglio parlarvi della più grande, ha quindici anni e si chiama Haylee. C’è stato un periodo, tra la pubertà e l’adolescenza, in cui non era molto gestibile. Voleva stare sempre sui social, come Instagram e Facebook. E io come genitore, controllavo sempre i suoi profili, come anche a sua sorella, per vedere se qualcuno di indiscreto le disturbava.
Solitamente li controllavo circa due volte a settimane, fino a quando un giorno non mi sono reso conto che aveva intrapreso conversazioni con un coetaneo, di nome Bruce, da lì ho deciso di controllare più spesso. Sono andato in fondo alla storia e leggendo i vari nomi e alcune conversazioni, ho fatto delle indagini e mi sono reso conto che non erano suoi coetanei ma persone adulte.
Questi le chiedevano foto, che non erano adatte ad una ragazzina di soli quindici anni, ero così preoccupato che sono andato subito alla polizia per denunciare quei profili falsi. Gli agenti cercarono di indagare e, un giorno, il comandante mi chiamò e mi disse di andare da lui e di portare con me mia figlia Haylee. Avevo una strana sensazione… quando siamo arrivati, il comandante, ci ha informati che quel Bruce faceva parte di un gruppo di persone che trafficavano esseri umani.
Era solito incastrare le ragazze come prede, poiché ingenue. Il suo profilo Instagram aveva più di duemila seguaci, ma hanno scoperto ne aveva altri dieci simili con tutti i ragazzini più o meno dell’età di Haylee. Mia figlia ha imparato la lezione e se vi ho raccontato la sua storia, è perché so che siete genitori e, ai tempi di oggi, dovete sempre prestare attenzione al mondo virtuale. Se non avessi controllato quel profilo, forse oggi non avrei più mia figlia.”