Un gesto di affetto? Preparare il caffè per la persona amata!
“Se riesce a farti sorridere quando ti svegli, o è una persona speciale o è un caffè”. E perché non tutte e due? Il caffè è una miscela speciale, un bacio, un abbraccio, una carezza rinchiusa in una tazzina. Chi vi ama si prende cura di voi, un giusto metodo? Preparare un bel caffè, dolce, caldo, per tirare su il morale, per scansare un attimo lo stress e i problemi della vita di tutti i giorni.
Quando le labbra si bagnano con il caffè per un attimo i pensieri negativi svaniscono, forse proprio questo hanno pensato i monaci dello Yemen, nel XV secolo, quando hanno iniziato a lavorare il grano per ottenere una bevanda a dir poco straordinaria: Il “qahhwat” (caffè).
Quella del caffè è stata una scoperta clamorosa, nessuno è mai restato indifferente ai suoi effetti, alla sua azione energizzante, a quell’odore, all’aroma, capaci di creare una vera e propria assuefazione. Quando arrivò in Europa, i sacerdoti cattolici gli diedero l’appellativo di“l’amara invenzione di Satana”, proprio per il suo potere ‘minaccioso’. Oggigiorno, quello del caffè è un rito, una prassi quotidiana, su cui si costruiscono alcune dinamiche psicologiche che contengono importanti benefici per la salute fisica ed emotiva della persona.
Caffè e depressione
Secondo uno studio pubblicato nel 2011 da “Archives of Internal Medicine”, il consumo regolare di caffè, circa tre tazze al giorno, riduce gli effetti della depressione. Il caffè non regala la felicità, ultimamente tanto ambita, ma può rappresentare la via giusta per raggiungerla. E a quanto pare, lo dimostrano anche gli studi scientifici! Ma c’è ancora un dettaglio sorprendente… l’effetto positivo è solo per le donne! Sembra infatti che il caffè, negli uomini è spesso associato ad un aumento dell’ansia. Ma qual è il motivo di questa differenza di genere?
Le donne bevono caffè per sfogarsi, si incontrano al bar, fanno due chiacchiere con le amiche… le tazzine sul tavolo sono solo una scusa, una scusa per guarire la tristezza, le paure e le preoccupazioni, ma soprattutto per mantenere l’empatia. Ma siamo noi a dargli questo potere curativo? O è davvero reale? Il caffè agisce da stimolante, attiva alcuni neurotrasmettitori come la serotonina e la dopamina. Ma secondo alcune ricerche, siamo proprio noi a dargli questo valore terapeutico. Uscire per “prendersi un caffè” è bellissimo, ha un motivo, uno scopo, ovvero rafforzare i rapporti di amicizia, i legami con le persone care.
Il tran- tran quotidiano, la nostra società “sempre di fretta”, il lavoro, la casa, i figli, lasciano poco spazio al “qui ed ora”, ai momenti… il caffè è un’interruzione a questo flusso di vita piatto, senza emozioni, un momento per godersi il presente.
Il caffè è più buono in compagnia? Riflettiamo su questi semplici spunti.
- Il caffè stimola la produzione di endorfine, così si favorisce la connessione emotiva con le persone care, con gli amici, creando uno stato di benessere che alimenta la stabilità mentale.
- Condividere il “quotidiano” davanti ad una tazzina di caffè consente di investire sulle riserve cognitive, per mantenere la salute del cervello.
- Nei momenti di paura, di angoscia o di stress, non bisogna chiudersi in bagno o in camera, piuttosto chiedete a qualcuno di bere un caffè insieme a voi. Preparate una bella tazzina bollente e parlate, parlate, parlate… esprimete le vostre preoccupazioni, troverete consolazione nella persona che sa sempre ascoltarvi come meritate.
Gli studiosi sostengono che possiamo bere fino a tre tazze di caffè al giorno. Condividerle con gli amici, quelli veri, è un momento fantastico… “Il caffè, per essere buono, deve essere nero come la notte, caldo come l’inferno e dolce come l’amore”.