Charles Frederick Worth: il primo grande couturier
Con lui cambiò la visione della figura del sarto, ponendo le basi per la nascita delle prime collezioni e della figura del couturier
Solo per un secondo crediamo alla storia che esiste la macchina del tempo, chiudiamo gli occhi e riapriamoli pensando di trovarci in una strada parigina affollata del 1800. Cos’è che ci circonda? Sicuramente non grattacieli, negozi con vetrine digitalizzate e persone che frettolose si fanno strada tra la folla parlando al cellulare. L’atmosfera in quegli anni era un’altra, favolesca la definirei. Il primo aspetto che fa sì che io pensi a questo aggettivo per descrivere questo periodo storico, sicuramente è dato proprio dalla moda. Le donne in quegli anni avevano un modo di portare gli abiti e di sceglierli soprattutto, molti differente dal nostro, infatti i capi non si acquistavano nei negozi belli confezionati ed inscatolati, ma venivano commissionati a dei sarti e realizzati su misura. Il modello di riferimento era quasi lo stesso per tutti e quindi abbastanza stereotipato, il modo di realizzare una giacca, una gonna o una camicia era pressocchè simile, ma ognuno aveva il proprio abito tagliato e cucito per la propria corporatura.
Come nacque la figura di Worth
Verso la metà del 1800 però, un giovane sarto di nome Charles Frederick Worth stava per cambiare radicalmente la storia della sartoria, dando vita ai primi spunti di collezione di uno stilista di Haute Couture.
Worth iniziò a lavorare in un negozio di scialli molto famoso in quel periodo, e già lì, come addetto alla vendita, inventò una figura molto importante: la modella. Infatti per incrementare le vendite pensò bene di far indossare ad una sua collega (che sarebbe poi diventata sua moglie!), i modelli a cui le clienti erano interessate. Ma il suo estro creativo era solo agli albori. Sempre per la sua amata, iniziò a realizzare dei semplicissimi abiti bianchi caratterizzati dalla crinolina, che fu immediatamente notata e richiesta dalle sue clienti. La crinolina è stata una sua invenzione e se non ne avete mai sentito parlare sino ad oggi, non dovete sentirvi in colpa perché è una cosa che non si utilizza più da parecchi anni.E’ una specie di “impalcatura per abiti”, uno scheletro, un sostegno, su cui viene appoggiata la stoffa e l’abito prende forma…. Avete presente quei bellissimi abiti con grosse gonne pompose e principesche?? Parlo proprio di questi qui! Nell’800 tutte le donne erano vestite in questo modo sembrando delle enormi meringhe colorate, e più la crinolina era maestosa, grossa e piena di tessuto, più la donna era facoltosa ed aveva un ruolo importante nella società. Solo la parte della scollatura e delle spalle era lasciata scoperta: in quel periodo il decolletè era importantissimo per le donne!
Posso solo immaginare la forza che ci vuole per camminare con un abito del genere… pensate che io in inverno adoro indossare calze, leggins e maglioni comodi, d’estate invece indosserei solo dei leggerissimi vestiti in seta!
La svolta nello stile Ottocentesco
Worth, quindi, decise di dare una svolta a questo modo di portare gli abiti, creando dei modelli sempre con crinoline, ma con tessuti più leggeri, come il tulle o la seta, che consentissero alle donne di muoversi anche con meno fatica… e come potete immaginare le sue creazioni furono un successone. Egli capì poi facilmente qual’era il meccanismo per diffondere un abito e quindi dar vita ad una “moda”: gli bastava portare sua moglie, ormai sua icona, che indossava un suo abito ad una corsa dei cavalli ed il gioco era fatto.
Pian piano Worth iniziò così ad apportare varie modifiche agli abiti convenzionali, modificando lo scialle, i bavolet (cuffie copri capelli) e la dimensione delle gonne. L’anno della consacrazione al successo fu però il 1864, quando egli divenne il sarto ufficiale degli abiti da sera dell’imperatrice… e fu da questo momento in poi che Worth si sbizzarrì, accorciando le enormi gonne degli abiti, ridimensionando i metraggi e la scelta dei tessuti, creando delle tuniche molto più comode e di dimensioni ridotte rispetto agli abiti con le ormai eccessive crinoline. E anche quest’ultimo elemento nelle mani del suo creatore, venne modificato; Worth infatti ridusse notevolmente questo elemento, anzi, ne creò uno nuovo: la tournure.
Questa non era altro che una specie di “rinforzo” per la parte posteriore dell’abito… oggi tutte noi diremmo che sembra un posticcio che ingrandisce il sedere… vero?? Anche io la penso così, ma è chiaro che in quel periodo questo fu un grande cambiamento nella moda, infatti si iniziavano ad intravedere le forme del corpo della donna, almeno nella parte davanti, cosa che fino a quel momento ovviamente non era possibile, essendo completamente mimetizzate tra le impalcature di un vestito!
Via via nel tempo poi, anche la tournure venne abbandonata da Worth, che iniziò a realizzare abiti più semplici, meno pomposi e dalle forme più naturali che accompagnavano quelle del corpo della donna.
Perché Worth è così importante
Ma io vi chiedo… siete riuscite a capire l’importanza di quest’uomo nella storia della moda???
E’ facile dedurlo.. con Worth infatti, è stata abbandonata e accantonata l’idea e la concezione del sarto che cuciva semplicemente un vestito, rispettando canoni dettati dal cliente, e si è fatta strada invece la figura del couturier, che realizzava delle collezioni di abiti, che apponeva un’etichetta ai capi, che metteva in mostra nelle vetrine del proprio negozio e sulle donne/icone i suoi abiti.
La rinascita della Maison con Giovanni Bedin
Ho deciso di parlarvi di questo importante personaggio nella storia della moda non solo per questi motivi, ma anche perché qualche anno fa la maison Worth è stata riportata in luce dalla collaborazione nata tra un giovane designer italiano Giovanni Bedin, e l’imprenditore indiano Dilesh Mehta.
Insieme sono riusciti a dare vita ad alcuni capi veramente spettacolari, che sono di dichiarata ispirazione ai meravigliosi abiti di Worth. Riproposti e rivisitati in chiave moderna e “più mettibile”, quelli di Bedin sono abiti di alta moda, realizzati a mano in Italia e rifiniti dall’atelier Lèmarie a Parigi, che non sono sicuramente indossabili tutti i giorni per uscire con le amiche ma che trovo creazioni meravigliose, eleganti e fantasiose, che riescono a comunicare perfettamente l’intendo del loro ideatore: quello di rivisitare e di riscoprire uno dei couturier più importanti della storia della moda.