Fashion Camp 2013: spazio ai designer emergenti
Valentina questo week end ha partecipato al Fashion Camp e, come ogni anno, ha un sacco di cose da raccontarci...
Un detto dice “la prima volta non si scorda mai” ed è vero. Infatti, la prima volta che sono stata al Fashion Camp, l’anno scorso, ero rimasta davvero colpita e contagiata dall’allegria che si respirava in quei due giorni. Ma devo fare anche marcia indietro. La prima volta è quella che forse ti ricorderai per sempre ma la seconda, se è migliore della prima, la apprezzi ancora di più. E così è stato. Sabato mattina la sveglia suona con più calma del solito, colazione veloce, corro in bagno per un’incipriata, un velo di rossetto rosso e via, scelto il mio outfit colorato, sono pronta per affrontare la giornata. Quest’anno grazie al Fashion Camp che offriva una corsa omaggio per raggiungere la location di Viale Procaccini, ho anche scoperto Uber, una app per iPhone che ti permette di prenotare una specie di autista privato che ti conduce a destinazione in splendide berline nere. Favoloso.
Pochi minuti e siamo lì. L’ingresso mi è sembrato al primo impatto uguale a quello dello scorso anno ma già mi aspettavo uno scenario completamente diverso.
Il circo del Fashion ed i workshop
Sembrava di essere all’interno del tendone di un circo. Davanti a me, un’agile ragazza tutta muscoli e body super aderente, volteggiava aggrappata solo ad un nastro rosso. Ho iniziato così a fare un primo giro di perlustrazione. Ovunque mi voltassi c’erano richiami all’ambiente circense ed era davvero molto suggestivo. Tutto si mescolava perfettamente: le persone, gli stand espositivi, i colori. Durante la gionata si sono svolti, come consuetudine, i vari workshop dedicati al trucco, al rapporto dei brand con i blogger, al corretto utilizzo dei social, fino a quelli dedicati a noi stesse e a come valorizzarsi con l’abbigliamento.
Se hai la passione per la moda, il beauty, il web ed i social, quello è davvero il posto giusto per te. Ho avuto modo di ascoltare alcuni dei workshop che si sono tenuti durante la giornata ed oltre ad essere risultati molto interessanti, mi hanno insegnato tanto.
La prima regola comunque, in ogni campo, resta quella di NON copiare e di essere originali.
I designer emergenti, chi e cosa conoscere
In un corridoio situato sulla destra del grande atrio in cui avvengono le conferenze aperte al pubblico, c’erano dei piccoli tavoli dedicati a designer e brand emergenti. Persone e cose che parlano. Mi avvicinavo ad ognuno di quei posticini e venivo attratta dalla particolarità di una collana in vetro, dal pizzo colorato di un orecchino fatto a mano, da una t-shirt che lancia un messaggio, dal colore di alcuni bracciali fatti con pezzi di stoffe giapponesi.
Accessori, abiti e monili che attraevano la mia attenzione per la particolarità con cui erano realizzati, sorrisi di chi quegli oggetti li ha inventati e che li racconta con occhi felici. Questo è quello che vorrei sempre vedere: amore e passione per il proprio lavoro. Ancora una volta un’esperienza interessante e coinvolgente. Brava Arianna Chieli, colei che ogni anno permette tutto questo.