Franca Sozzani, ritratto di signora
Era una delle donne più potenti della moda e del giornalismo di tutto il mondo. Aveva solo 66 anni, la sua vita tra moda e anticonformismo.
Se ne va una delle donne italiane più potenti e influenti del giornalismo e della moda internazionali. Se ne va la zarina, se ne va un intero universo al femminile. È morta Franca Sozzani, storico direttore di Vogue Italia da ben 28 anni. Se ne è andata con la stessa eleganza silenziosa ed eterea che l’ha da sempre accompagnata in vita, spegnendosi a soli 66 anni per un male che l’aveva colpita un anno fa. In pochi sapevano.
Lei, il Diavolo veste Prada in versione italiana, per decenni ha dettato le tendenze in tema di moda, stile e anche giornalismo, non solo del settore. Amava definirsi una pantera: “ho lottato tutta la vita per quello che ho fatto, me lo sono guadagnato con la lotta tutto, la determinazione è la mia guida. Prendiamo Vogue, sulla carta doveva essere solo ‘glossy’, un giornale con bei cappotti e belle gonne, invece l’ho usato per lanciare messaggi, appoggiare campagne”.
Era una donna che aveva molto da insegnare al mondo femminile: “Il successo ce lo si guadagna, oserei dire ce lo si inventa. Niente arriva per caso anche se la fortuna di cadere al posto giusto, nel momento giusto, con la persona giusta agevola parecchio. Ma la sorte, si sa, è alterna. Non è proprio la base su cui costruire il proprio successo. Il talento, il tuo, è la vera forza“.
Ad annunciare la sua morte al mondo intero è stato Jonathan Newhouse, Chairman e Chief Executive della Condé Nast, definendo la scomparsa di Franca Sozzani come “una perdita incalcolabile per il mondo della moda”.
Chi era Franca Sozzani
Mantovana, borghese di nascita, eppure mai conformista. Si sposa giovane, a 22 anni, e si separa dopo tre mesi, incinta. Laureata in lettere, arriva al giornalismo per caso. Scoppia la sua grande passione per la moda ed entra a Vogue Bambino.
Oliviero Toscani la definisce “una deficiente puntaspilli vestita Saint Laurent” eppure nel 1980 è alla guida del magazine femminile Lei e nel 1983 anche di quello maschile Per lui.
Siamo nel 1988 ed eccola arrivare a Vogue Italia. Qui viene minacciata di licenziamento più volte dal direttore di Condé Nast per la sua impertinenza. Ma rimarrà al suo posto fino alla fine. Anzi, diventa anche direttore di Vogue Uomo. In tutti questi anni scopre talenti: da Gianni Versace a Giorgio Armani da Bruce Weber a Peter Lindbergh a Steven Meisel.
Dal marzo 2013 era presidente della Fondazione IEO Istituto Europeo di Oncologia.
Il suo impegno nel sociale
L’ultima apparizione risale a pochi giorni fa, a dicembre, quando Franca Sozzani era volata a Londra per i British Fashion Awards, per ricevere il premio ideato da Swarovski in omaggio a chi ha aiutato a cambiare il mondo in positivo. Ma perché questa fama? La zarina se l’era decisamene guadagnata. Nel 2011 infatti era diventata Goodwill Ambassador delle Nazioni Unite per il suo impegno a supporto di realtà diverse, ma tutte appartenenti al mondo della moda. Spesso si era fatta portavoce di raccolte fondi per progetti di charity.
Il documentario su Franca
Una sorta di testamento. Il film documentario sulla vita di Franca Sozzani, “Chaos and creation”, presentato al Festival del Cinema i Venezia a settembre scorso, oggi sembra più che mai un saluto. A raccontarla, dietro la macchina da presa, è suo figlio, Francesco Carozzini, nato nel 1982. “Non ho avuto la grazia del grande amore”, ha raccontato nel docu-film.
I suoi amici
Franca Sozzani vantava amici di un certo calibro. “Franca mi ha insegnato a rompere le regole e a uscire dal mondo borghese della moda”, ha detto il fotografo e regista Bruce Weber.
Per lo stilista Valentino “era il più grande editor del mondo”.
Giorgio Armani, amico da molti anni, è stato uno dei primi a parlare dopo la notizia della scomparsa dell’ex direttore di Vogue Italia. “Mi mancherà non cercare più la sua presenza nel buio della sala. Con vero affetto sono vicino a Carla e a Francesco in questo momento di dolore. Nessuno come Franca Sozzaniha saputo immaginare una realtà diversa e raccontarla attraverso un esercizio quotidiano di gusto e fantasia. Ha dato al suo destino la forma che ha voluto e che non lasciava nessuno indifferente”.