Milano Fashion Week 2016: terzo giorno
Streetstyle, sfilate e molto altro ancora
La giornata inizia con Diesel Black Gold: una delle sfilate più attese, la prima di una lunga lista di oggi. Noi di Bigo c’eravamo. Anzi mi correggo: dopo un quarto d’ora a piedi in un cantiere attraversando uno smaltimento poste e altre cose simili.. Siamo arrivati anche noi.
La foto “anche no” del giorno: non il look in se, ma il fatto ma “anche no” un concetto, ovvero che borse semplicissime o anche brutte (e non solo borse) vengano ultra fotografate e apprezzate solo perché di grandi marchi. Dico ovvio ok.. Ma questa borsa Gucci direttamente dalle passerelle voi non l’avete simile per fare la spesa all’esselunga?
Oggi mi domando cosa pensano le persone quando vedono il pubblico delle sfilate, tutto il movimento, i fotografi e il caos che una sfilata porta con se. Da diesel “noi della moda” abbiamo invaso un posto dove le persone erano per lavorare. I postini si fermavano a guardare e fare foto come se stesse passando un carro di Carnevale.
C’è tanta curiosità sicuramente. Poi ci sono i vip che attirano le folle ed è un cellulare all’aria continuamente attivo per rubare un selfie con il famoso di turno (la foto è l’autografo del ventunesimo secolo, lo diceva già anche Seth Cohen in the oc).
Di sicuro c’è chi è infastidito dal traffico e dalla confusione imperante: la maggior parte dei cittadini di Milano dice di odiare la fashion week e le file infinite di taxi e auto nere che rallentano tutto.
Dicono bloccato.. Ma come? A me sembra tutto così frenetico. Ed ecco la modella che si prenderà la polmonite per non fare tardi alla prossima sfilata.
Le modelle: oggi loro protagoniste di un episodio che non avrei mai immaginato. Folla fuori da Tod’s per catturare la foto preziosa. Io svengo davanti a Anna Wintour (visto su Instagram? Mi sono sentita una paparazza d’assalto). Ma in realtà la folla di ragazzine adolescenti era lì fuori non per il blogger belloccio ma per vedere le modelle. Ne conoscevano i nomi, le chiamavano e si emozionavano. Per me, a parte Cara e poche altre, sono tutte uguali. Ma la foga con cui le cercavano mi ha sconvolto non poco.
Le cose belle : la collezione Hanita anni 70, che reinterpreta i diversi mood di questo decennio fantastico per la moda. Fiori e cappe, lana e seta. Io estasiata.
Anni settanta anche per le scarpe AGL shoes, un brand che conosco per la prima volta da vicino ma che mi ha subito colpita.
Una scena tipica: lo champagne che sgorga da ogni presentazione ed evento. Poco da invidiare ragazze, personalmente mi sembra solo uno spreco infinito e una cosa trita e ritrita. Chi beve vuol dire che è lì solo per il lato mondano. Vabbé la smetto di fare la bacchettona ed ammetto che a fine giornata un calice lo prendo anche io.
E brindo alla pensata di stamattina di mettere le scarpe da ginnastica con cui ho corso per la città senza dolori e senza fare del sarcasmo contro gli alti vertici.
Splendida la sfilata di Aigner, questo cappotto lunghissimo e i toni della collezione dal verde al rosa cipria ( ldal cappotto della modella ne escono due per me in verticale, ma va be).
Vi scrivo in attesa che inizi l’ultima sfilata del giorno: quella del giapponese ospite dello sponsor Dhl che nessuno sa pronunciare. Sono curiosa ma non vi nascondo che pensò già alla pizza del venerdì sera.