Che fine hanno fatto i The Cure? Scopriamo cosa fa oggi la band
I The Cure, una band che ha fatto la storia della musica dark
I The Cure sono il gruppo iconico per eccellenza per quanto concerne la musica dark. Ma sarebbe riduttivo racchiudere in un solo genere musicale la poetica della band capitanata da Robert Smith. Ripercorriamo la loro storia e scopriamo cosa fa adesso la band.
The Cure, gli inizi
Three Imaginary Boys è l’album di debutto dei Cure, datato 1979. Un album, dalle atmosfere post punk con il singolo 10:15 Saturday Night. Un anno dopo con l’aggiunta di alcuni inediti e alcune canzoni risuonate, l’album viene rieditato ed esce col nome di Boys Don’t Cry, che diventa un vero e proprio inno generazionale.
Nello stesso anno esce Seventeen Seconds, l’album dove il gruppo incomincia a virare verso quel sound oscuro e malinconico che ne contraddistinguerà la futura produzione. Faith, il terzo album del 1981, conferma la strada intrapresa.
Con Pornography del 1982 i Cure realizzano un album che può essere considerato una vera e propria pietra miliare, nella loro discografia e per l’esplosione del movimento dark. The Hanging Garden è il singolo di punta.
Il successo
Dopo Pornography e vari avvicendamenti nella band che rimane ben salda nelle mani di Robert Smith, i Cure, col singolo di lancio The Caterpillar tornano nel 1984 con The Top, album che segna un primo distacco dal dark.
Un anno dopo è la volta di The Head on the Door, il primo vero album di successo della band, con hit come Close to me e In Between Days. Successo che si fa sempre più crescente con Kiss Me Kiss Me Kiss Me, del 1987. Tra i brani Just Like Heaven e Catch.
Con Disintegration del 1989 la band si conferma nell’olimpo delle rockstar. L’album vanta brani del calibro di Lullaby, Pictures of You e Love Song. Wish del 92, grazie a brani come Friday I’m in Love e High, non è da meno. In Wild Mood Swings, del 96, con The 13th e Mint Care tra i singoli, c’è un primo calo di vendite.
Gli ultimi anni
Robert Smith e soci tornano con Bloodflowers nel 2000, un ritorno al dark, con Out Of This World tra i brani. L’album va decisamente male. 4 anni dopo è la volta di un album dal titolo eponimo, con The End of the World come singolo.
Anche in questo caso con vendite in vistoso calo. Stessa sorte per 4:13 Dream, del 2008, l’ultimo album di inediti, che avrà finalmente un successore in questo 2021, come annunciato dalla band.