Da Barcellona a Ibiza all’insegna del Mediterranean lifestyle
Assieme a Gin Mare un'esperienza tra i luoghi nascosti di Barcellona e quelli più esotici di Ibiza, all'insegna del Mediterranean lifestyle
Natale è ormai alle porte. Il freddo, i maglioni e la routine dell’inverno sono ormai parte delle nostre giornate e, l’estate, sembra essere un ricordo lontano. Eppure ci sono esperienze che scaldano il cuore tutto l’anno, ti lasciano dimenticare i problemi fuori la porta e perdere, un po’ come un turista distratto, tra le strade, i locali, le spiagge e i luoghi di uno dei Paesi europei più calienti, la Spagna. Ed è proprio qui che parte la nostra avventura, nella terra d’origine di uno dei gin che meglio racchiude la filosofia di uno stile di vita rilassato, volto alla condivisione e allo stare bene: Gin Mare.
Da Barcellona ad Ibiza, dai locali notturni e segreti ai quali accedere spingendo un lavandino di un bagno alle spiagge più glamour e amate dagli amanti della bella vita, fino ad arrivare alla calma, relax di una villa nel cuore di Ibiza in compagnia di un buon cocktail e una tavola imbandita di sapori mediterranei, il Gin Mare Experience colpisce ancora una volta. Questa volta i ragazzi del famoso gin spagnolo fanno le cose in grande, portandoci a vivere totalmente i quattro fondamentali alla base del loro gin: Climate. Escape. Gastronomy. Lifestyle.
Il calore della terra iberica, dall’alba al tramonto. Il sapore della salsedine mescolato all’aroma di un buon gin tonic consumato a bordo piscina. Il gusto del pesce fresco accompagnato dalla perdizione del carismatico Heart ad Ibiza, oppure la prelibatezza delle materie prime assaporate nell’intimo Estimar, il miglior casual restaurant di tutta Europa, a pochi passi dal Barrio Gotico.
Una vera e propria fuga in compagnia, dove si impara a vivere in leggerezza – almeno per qualche ora – e a condividere i piccoli piaceri della vita e, soprattutto, della cucina, accostata al sapore unico e speziato di un gin come Gin Mare. Quello compiuto è stato un viaggio di sapori, di scoperta e, si, anche un po’ di perdizione. Un viaggio fatto di ricerca e di segreti, di sole che scotta la belle e di labbra sporche. Ma anche un viaggio fatto di risate e di condivisione, parola spesso usata nel nostro vocabolario quotidiano ma mai messo davvero in pratica.
Perché raccontarlo solo adesso? Perché nel frenetico tram tram delle ultime terribili settimane di lavoro, fatica di fine anno e bisogno di staccare, perdersi in un momento di fuga mentale, programmando una vera e propria fuga reale in una terra di sapori e costumi morbidi e avvolgenti, non fa mai male. E poi abbiamo tanti posti da consigliarvi che non vedrete ora di fare la valigia e partire. Disconnect to connect.
Dall’origine alla condivisione
Partiamo dall’inizio! Il segreto della condivisione, soprattutto quando parliamo di food and beverage, sta in un attento studio di aromi e sapori, e questa è sempre stata una caratteristica molto importante alla base del lavoro svolto su Gin Mare e sull’esperienze legate a questo brand. Proprio per questo motivo il nostro viaggio di piacere e condivisione parte da dove tutto ha avuto inizio: la distilleria della famiglia Giró.
Situata lungo la Costa Dorada della Spagna (a sud di Barcellona), questa distilleria iniziò a produrre gin negli anni ’40, assieme ad altri vini e liquori. Ma ciò che fece la vera differenza nella famiglia Giró, portandola a produrre quello che tutti noi conosciamo come Gin Mare, appunto un gin dal sapore mediterraneo, dal gusto del mare, è la sua formulazione nuova e più aromatica.
In genere, il gusto principale di un gin è quello di ginepro, ingrediente usato in maggioranza. In Gin Mare, invece, il ginepro è solo uno dei principali ingredienti alla base della sua struttura così intensa, sfiziosa e stuzzicante. Infatti oltre alle bacche di ginepro e le classiche botaniche alla base del gin, come la scorza di limone, la scorza d’arancia di Siviglia, il cardamomo e i semi di coriandolo, l’ingrediente più distintivo, se vogliamo chiamarlo il vero segreto di Gin Mare, è l’oliva Arbequina, tipica della regione. Ed è proprio da qui che noi siamo partiti, dal luogo dove questo particolare distillato prende forma. Del resto, senza partire dall’origine, dal segreto principale, come si può andare avanti lungo un viaggio fatto proprio di misteri e “perdizione”?
Barcellona, in bilico tra Perdizione e Paradiso
In calle d’Er Carabassa 7 potreste imbattervi in un portone anonimo si, ma con sopra una maschera scolpita che vi invita ad entrare, a cedere, a lasciarvi tentare dalla tentazione. Che cos’è quel luogo seconda tappa del nostro percorso? Una casa di tolleranza? Si e no. Lo era, assolutamente. Non a caso si chiama proprio Perdita – si pronuncia “perdìta” – ed era uno dei luoghi preferiti del celebre pittore Picasso, che proprio in questo luogo trovò ispirazione per il celebre quadro les Demoiselles d’Avignon. E sapete un’altra cosa? Il quadro non si riferisce alla città francese, ma bensì alla strada dietro il locale dove, appunto, sensuali ragazze solevano trattenere gli ospiti di questo luogo. Oggi la Perdita è una specie di speakeasy dove bere ma anche mangiare. Il menù? Un segreto che a breve vi svelo.
Ad accogliervi potrete trovare – come nel nostro caso – Jorge Balbontin, uno dei titolari del locale. Uno dei primi dettagli che potrebbe saltarvi all’occhio è il bellissimo tavolo coperto di ghiaccio dove poter poggiare i propri cocktail preparati dalla bar-lady Perrine, che per l’occasione ci prepara due cocktail speciali a base di Gin Mare: Italicus Spritz e Mediteranian alcoolics.
Prima vi accennavo ad un segreto per quanto riguarda il menù. Ebbene, proprio alle spalle della Perdita, verso Carrè d’Avinyò, ha aperto pochi giorni dopo la nostra visita il ristorante Hidden Boqueria condotto da El Quim de la Boqueria – famoso cuoco dell’omonimo mercato, nonché re delle tapas – e da Aitor Olabegoya, cuoco basco di grande successo in Oriente. Segnatevi questo nome, lo ritroveremo di nuovo.
Dalla perdizione ci si sposta verso la luce, facendo un passo verso il Paradiso. No, non quello biblico, ma il famoso locale al centro della vita notturna di Barcellona. Ma prima è meglio riempire lo stomaco, e cosa c’è di meglio dell’intimo e bellissimo Estimar condotto dallo chef Rafa Zafra? Una cena di pesce basata sui semplici e avvolgenti sapori del mare. Ostriche, cozze, carpaccio di scampi che si scioglie in bocca, crudo fresco e ottimo. Una vera goduria per il palato. Un vero purgatorio il doversi alzare da tavola, sazi si, ma con la voglia ancora di continuare a gustare le semplici ma prelibate pietanze proposte dallo chef.
Ed infine? Arriva lui: il Paradiso.
El Born è il quartiere giovanile della vida loca spagnola. Non c’è periodo dell’anno in cui non troverete gente ghermire strade e vicoli di questo quartiere, uno dei più suggestivi in questioni locali e vita notturna di Barcellona. Ed è proprio nel cuore di El Born che sorge Il Paradiso. Il Paradiso, però, non è un semplice cocktail bar dai sapori raffinati e cocktail di ampia gamma. No, è molto di più. È uno speakeasy. Anzi, non è neanche questo. È uno speakeasy nello speakeasy. Quasi come se si stesse giocando con delle scatole cinesi. Vi basterà entrare per saggiare la suggestiva atmosfera che caratterizza questo locale.
Posto magnetico ed intrigante. Luci soffuse, musica, movimento intenso. Sembra di essere proprio nell’Eden con Adamo ed Eva che vi portano per mano all’albero delle mele. Si, solo che in questo caso il passaggio per la tentazione non è un albero ma il lavello di un bagno nascosto per accedere ad un’ulteriore sala. Più piccola. Più intima. Un tavolo da condivisione la domina del tutto assieme al bancone di preparazione. Specchi e candele adornano il tutto.
Ed infine arriva lui, il nostro bartender: Giacomo Giannotti. Considerato tra i migliori bartender al mondo, Giannotti è un italiano che ha fatto della sua mixology pirotecnica il suo cavallo di battaglia, sorprendendoci con cocktail fumanti, luminosi e fruttati. Il modo perfetto per cadere definitivamente in tentazione.
Nel cuore dell’inferno: Ibiza
Mito e leggenda tra ragazzi e persone più mature. Feste fino all’alba e anche oltre. Vite al limite. Sospesi dalla routine. Ibiza è il perfetto luogo dove perdersi, cadendo in un limbo per poi riemergere solo quando è ora di tornare a casa. Negli anni Ibiza è diventata una meta turistica sempre più ambita, spostandosi dal turismo più giovanile a quello di una classe benestante e dedita al viaggio all’insegna del relax e luxury. Ed è proprio questa la nostra terza ed ultima tappa. Una piroetta in questo luogo in bilico tra inferno e paradiso, dove godere degli ultimi strascichi di brezza estiva, perdendosi nei meandri di uno dei locali più esperenziali dell’isola: l’Heart!
Ma per vivere al meglio Ibiza, Gin Mare ha deciso di lasciarci immergere nelle due facce della medaglia dell’isola: quella fragorosa, chiassosa e divertente, ma anche quella silenziosa, rilassante e lussuosa. Da una parte, infatti, il nostro viaggio si apre con l’Ushuaia Tower dell’Hard Rock Cafè, dove la musica si espande dalle stanze d’hotel alla piscina, proseguendo lungo il mare. Corpi statuari, oleati ed abbronzanti. Seducenti bagni in coppe “di champagne”, fiumi di alcool e leggerezza; dall’altra parte c’è l’Ibiza che molti ignorano, quella nascosta, riservata e silenziosa. Ed è proprio qui che avremo modo di riprendere respiro, goderci il vero paradiso dell’isola a bordo piscina della suggestiva Na Xemena; un luogo riservato dall’altra parte dell’isola dove si può respirare un’aria diversa, in mezzo alle colline ricoperte da boscaglia e le ville bianche, grandi e perfettamente in stile Mediterraneo. Un luogo che con Gin Mare ha stretto un forte sodalizio da anni, diventando ogni estate per venti giorni la famosa Vila Mare, un pop-up di Gin Mare ospitante bartender, giornalisti ed esperti del settore.
Qui arriva la parte depurativa e rilassante del viaggio. Abbiamo modo di conoscerci meglio ma anche di contemplare il panorama. Allontanarci dal caos, dalla città, dal rumore. Distendere la mente e farsi riscaldare dai raggi del sole, ma anche imparare ad assaporare lentamente i frutti della terra, dei tipici sapori iberici, salmastri e speziati. Vi ricordate che vi avevo parlato di Aitor Olabegoya? Ebbene, ed è proprio qui che abbiamo potuto assaggiare la cucina di questo grande chef, basata su materie prime e sapori decisi. Pesce, carne, olio. Il tutto accompagnato da uno speciale Bloody Mary con Gin Mare, seguito da del buon vino fresco spagnolo. Una festa per le papille e per la mente.
La chiusura di questo viaggio tra segreti e tentazioni culmina, inevitabilmente, nel cuore della perdizione dell’isola, ovvero l’Heart!
L’Heart non è un semplice locale. L’Heart è un’esperienza che, almeno una volta, va compiuta. Sembra di entrare nel mondo delle Meraviglie di Alice, tra burlesque, acrobazie circensi e cabaret! Zucchero filato, popcorn speziati, cocktail in piccole bolle offerti con delle rose. Ostriche fresche. Champagne. Un luogo suggestivo e carnevalesco che accoglie i suoi ospiti con un bigliettino commestibile dal sapore piccato, li confonde con giravolte e piroette, per poi farli accomodare al primo passo della serata: un gustoso aperitivo servito con vassoi bizzarri e stravaganti.
Nel mentre un gruppo di attori intrattiene la sala, prima di passare al vero cuore della sera: la cena di lusso (caviale, ostriche e aragosta) e lo spettacolo girovagante del Cirque du Soleil. Qui inizia la vera magia. Un sogno ad occhi aperti con i migliori acrobati e artisti provenienti da tutto il mondo. Sembra di essere sospesi nel tempo e nello spazio, dimenticando perfino il proprio nome e facendosi del tutto rapire dal suggestivo e “pericoloso” carisma di questo luogo unico.
E al fine di due ore volate con sabbia nel vento, l’Heart cambia pelle, proprio come un serpente, ancora una volta, dando ufficialmente vita alla notte di perdizione di Ibiza. Musica, balli sfrenati e divertimento. La chiusura perfetto per una fuga assolutamente da ripetere.