Nobel per la pace 2018, i vincitori premiati per la lotta contro la violenza
I vincitori del Nobel per la pace 2018 sono un ginecologo e un'attivista che ogni giorno lottano contro la violenza sessuale.
Nobel per la pace 2018 vincitori: chi sono? Sono già stati resi noti i nomi dei vincitori del premio Nobel per la pace 2018. Quest’anno i candidati per ottenere il prestigioso riconoscimento erano 331: 216 persone e 115 organizzazioni. L’anno scorso aveva vinto l’International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (Ican), per dire basta alle armi nucleari. Quest’anno, invece, il premio è andato a un ginecologo e un’attivista per il loro impegno quotidiano contro le violenze sessuali.
L’annuncio è stato fatto intorno alle 11 di venerdì 5 ottobre a Oslo, in Norvegia, dal Comitato norvegese per i Nobel. Il Premio Nobel per la Pace 2018 è andato al ginecologo congolese Denis Mukwege e all’attivista yazida Nadia Murad, “per i loro sforzi per mettere fine all’uso della violenza sessuale come arma in guerre e conflitti armati” e perché hanno portato i riflettori sui crimini di guerra nei loro paesi di origine.
Nobel per la pace 2018 vincitori, chi sono
Il medico ginecologo congolese Denis Mukwege si prende cura ogni giorno, nella Repubblica Democratica del Congo, delle donne vittima di violenza sessuale. Ogni giorno della sua vita è stato dedicato ad aiutare a difendere le persone vittime di violenze e di abusi. 63enni, specializzato in ginecologia e ostetricia, ha fondato l’Ospedale Panzi di Bukavu, nella parte orientale del Congo. E’ uno dei massimi esperti nel trattamento dei danni fisici provocati dagli stupri. Ha trattato migliaia di pazienti. In Congo e all’estero è un simbolo e un punto di riferimento.
Nadia Murad è una donna yazida irachena, una famosa attivista per i diritti umani nel mondo: è una ex schiava sessuale dell’Isis, che ha sterminato gran parte del villaggio in cui lei viveva. Racconta le storie di chi ha subito violenze, accendendo i riflettori su una tematica di cui spesso non si parla. Ha solo 25 anni: nell’agosto del 2014 venne rapita da alcuni miliziani dell’Isis e fu venduta come schiava. E’ una delle circa 3mila giovani ragazze yazide vittime di stupri, violenze e abusi dell’ISIS. Dopo tre mesi di sequestro riuscì a fuggire e iniziò a raccontare quello che accadeva nella sua terra in giro per il mondo.
Il loro lavoro è arrivato sui media internazionali, rendendo di attualità le violenze sessuali commesse nei paesi del mondo che stanno vivendo un conflitto.