25 Novembre: 10 film per dire NO alla Violenza sulle donne

Storie cinematografiche che devono farci riflettere

 

Oggi è il 25 novembre, la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Non molti sanno che la data è stata scelta per ricordare il brutale assassinio, avvenuto nel 1960 nella Repubblica Dominicana, ai tempi del dittatore Trujillo, delle tre sorelle, di cognome Mirabal, considerate rivoluzionarie, che furono torturate, massacrate e strangolate. Gli assassini buttarono i corpi in un burrone per simulare un incidente, ma la verità venne fuori comunque.
Da allora le cose non sono molto cambiate, i dati sulla violenza di genere sono devastanti e la matrice di questa violenza è sempre la stessa: la disuguaglianza dei rapporti tra uomini e donne.
I dati dell’Onu rivelano che il 35% delle donne nel mondo ha subito una violenza fisica o sessuale, dal proprio partner o da un’altra persona e che due terzi delle vittime degli omicidi in ambito familiare sono donne. Non parliamo poi della violenza subita dalle donne nei contesti culturali dei paesi in via di sviluppo o sottoposti a regimi politici di tipo dittatoriale.
Le iniziative per sostenere la campagna contro la violenza sulle donne sono molteplici in tutto il mondo, tra le più massive c’è il flashmob telematico secondo cui oggi dalle 13.00 alle 14.00 partirà un assordante e provocatorio silenzio sul web. Dalle 13.00 di oggi nessun post, video, foto, nessuna condivisione, like, nessuna attività di alcun tipo, un vero e proprio vuoto telematico. Allo scoccare dell’ora, il silenzio lascerà spazio alla libera espressione, ognuno di noi potrà gridare il proprio NO alla Violenza sulle donne.

A tal proposito omaggiamo la campagna ricordando 10 pellicole celebri sul tema della violenza di genere, buona visione.

VIOLENZA DOMESTICA:

Ti do i miei occhi (Te doy mis ojos)

Te doy mis Ojos

Te doy mis Ojos

Pilar è una donna che da dieci anni subisce violenza dal marito Antonio. Il suo è un rapporto basato sulla paura, ma anche su una forte interdipendenza fatta di momenti di grande passionalità e intesa. Un giorno, dopo l’ennesimo episodio di violenza, Pilar scappa di casa con il figlio Juan e si rifugia dalla sorella, ma poco dopo ancora innamorata del marito crede alle sue promessse che tutto sarebbe cambiato e torna da lui. Antonio però non le mantiene, la sua natura violenta riaffiora e Pilar capisce che non c’è nulla da fare, lo lascia di nuovo e questa volta per sempre.

A letto con il nemico

A letto con il nemico

A letto con il nemico


Come dimenticare il caso di violenza domestica raccontato nel film del 1991 tratto dall’omonimo romanzo di Nancy Price e interpretato da una giovanissima Julia Roberts che racconta la vicenda di Laura, sposata con Martin, un uomo di potere molto ricco, apparentemente perfetto e premuroso, ma che subito dopo il viaggio di nozze si rivela psicopatico e violento. Con un piano pensato e calcolato, Laura riesce a scappare dalla loro bellissima casa isolata facendo credere di essere annegata, ma Martin scopre tutto e va alla ricerca della donna. Nonostante riesca a trovarla, Laura riesce a liberarsi per sempre di lui uccidendolo per legittima difesa.

Pomodori verdi fritti (alla fermata del treno)

Pomodori verdi fritti (alla fermata del treno)

Pomodori verdi fritti (alla fermata del treno)


Altro esempio di violenza domestica ci viene raccontato anche nel bellissimo film ambientato in un paese del sud degli Stati Uniti negli anni ’30. La storia non è incentrata sul caso di violenza, ma è un bell’esempio di come l’amicizia tra donne possa essere un’arma vincente. Mi riferisco alla bella amicizia tra Idgie e Ruth, due donne anticonformiste che ebbero  il coraggio di ribellarsi alla prepotenza maschile e al razzismo  dilagante di quell’epoca.

Via dall’incubo

Via dall'incubo

Via dall’incubo


Questa storia interpretata da Jennifer Lopez ricorda nelle dinamiche un po’ A letto con il nemico. Da   quando Slim ha incontrato Mitch, un ricco e affascinante imprenditore, sembra aver trovato finalmente la felicità, ma ben presto si rende conto che le cose non stanno esattamente come crede lei. Il marito ha una doppia personalità e, dietro l’immagine di buon padre di famiglia, si nasconde un uomo violento e manipolatore. Per proteggere se stessa e soprattutto la piccola Grace decide di scappare e cambiare identità.

La bestia nel cuore

La bestia nel cuore

La bestia nel cuore



Di tutt’altro genere di violenza si parla nel film del 2005 della Comencini interpretato da un’intensa Giovanna Mezzogiorno. Sabina, come Daniele, suo fratello, prima di lei è stata abusata dal padre e condannata da una madre che sceglie il silenzio. Ma Sabina tutto questo non lo sa, lo ha rimosso e una notte un terribile sogno fa riaffiorare il passato. La morte dei genitori e la gravidanza desiderata, ma inattesa, spingono la donna che è in cerca di risposte a un viaggio oltreoceano dove vive il fratello anche lui ferito dalla stessa “bestia”. Qui, portando alla luce i segreti oscuri del passato si ritroverà con il fratello e con sé stessa.

Volver

Volver

Volver

Della stessa natura è la forma di violenza che emerge in questo film di Almodovar con una splendida Penelope Cruz. Raimunda è una giovane madre de la Mancha che trova rifugio dal suo passato a Madrid, dove vive col suo compagno Paco e la figlia adolescente, Paula. Durante un tentativo di abuso da parte del patrigno, Paula lo pugnala a morte. Scoperta la tragedia, Raimunda sostiene la figlia che ha agito per legittima difesa e la aiuta a occultare il cadavere. Le varie vicende le riporteranno nel paesino d’origine della Mancha dove verranno alla luce i fantasmi dolorosi del passato: Paula è figlia di una violenza sessuale subita da Raimunda dal padre.

 STUPRO:

 Sotto accusa

Sotto accusa

Sotto accusa


E’ un film diretto da Jonathan Kaplan e interpretato da Jodie Foster che racconta la storia di Sarah Tobias, una giovane cameriera di un modesto locale che una notte viene violentata a turno da tre individui davanti agli altri squallidi clienti del locale che incitavano l’atto tra risate e cori da stadio. Ad aiutarla solo un ragazzo che fa un’inutile telefonata alla polizia. Il caso viene poi seguito dal procuratore distrettuale Katheryn Murphy che prende molto a cuore la vicenda e aiuta Sarah a ottenere giustizia.

Il vestito da sposa

E’ un film drammatico del 2003 diretto da Fiorella Infascelli.
Andrea e Stella sono due fidanzati che stanno per convolare a nozze, ma un evento drammatico sconvolge i loro sogni: una sera, in aperta campagna, Stella è violentata da un gruppo di cacciatori. La vita della ragazza si infrange per sempre e la porta cambiare per sempre. La ragazza abbandona l’università e inizia a lavorare in una pasticceria; qui incontra lo stilista Franco, che aveva preparato per lei il vestito da sposa.

VIOLENZA LEGATA A RETAGGI CULTURALI E RAZZISMO:

North Country: storia di Josey

North Country: storia di Josey

North Country: storia di Josey

Tratto da una storia vera del caso giudiziario Jenson v. Eveleth Taconite Co., che ispirò a sua volta Clara Bingham e Laura Leedy Gansler nella stesura del libro “Class action: the landmark case that changed sexual harassment law”, questo film, che vanta un cast eccezionale, fotografa uno spaccato della provincia americana, ignorante, sessista e razzista. Un’operaia della miniera che dà lavoro a tutte le famiglie del posto comincia una battaglia contro l’azienda che non tutela le lavoratrici donne che quotidianamente subiscono maltrattamenti dai colleghi uomini. All’inizio è completamente da sola, ma poi le donne capiranno che l’omertà non è la soluzione e decidono di appoggiare la causa: la vittoria della causa ha segnato un passo importante verso la conquista dei diritti civili.

Il colore viola

Il colore viola

Il colore viola

Di certo questo è il film che più di tutti incarna il concetto di violenza sulle donne. Siamo nella Georgia,   nei primi anni del Novecento, Celia, un’adolescente di colore, non solo viene violentata da suo padre, ma dà alla luce due figli che le vengono anche portati via. Poco dopo l’uomo la cede in sposa ad Albert,  un  vedovo con quattro bambini, di colore anche lui, ancora più violento di lui. L’unico raggio di luce della sua vita è la sorellina minore Nettie. La pace dura poco, il marito di Celia comincia a insidiare Nettie e viene respinto con forza dalla ragazzina che viene cacciata di casa. Le due si promettono che si sarebbero scritte sempre, ma Celia non riceve mai nessuna lettera. Dopo varie tristi vicende Celia ritrova tutte le missive della sorella in un nascondiglio e scopre con gioia che Nettie sta bene, che si è fatta missionaria e vive in Africa del Sud presso la famiglia del pastore che, a suo tempo, aveva adottato i figli di Celia. Da questo momento in poi qualcosa cambia nella vita di Celia e può cominciare a sorridere.

 

Spot “Le parole per dirlo” dell’Associazione D.i.Re – Donne in Rete contro la Violenza