5 motivi per cui abbiamo amato Richard Gere alla Berlinale
Già normalmente lo adoriamo, ma questa volta si è superato!
Richard Gere è sempre una garanzia: non è più giovanissimo, ma è sempre molto affascinante e al cinema recita sempre ruoli molto impegnati in film che passano subito alla storia del cinema. In questi giorni l’attore era a Berlino (ha persino incontrato Angela Merkel), in occasione della 67esima edizione del Berlin International Film Festival, per presentare The Dinner, il suo ultimo film. Noi siamo rimaste ancora una volta affascinate dal bel Richard Gere e vi diamo almeno 5 motivi per cui lo abbiamo amato in occasione della Berlinale… anche se potrebbero benissimo diventare il doppio, il triplo…
1- E’ ogni giorno più affascinante
Richard Gere ha 67 anni… E diventa più affascinante ogni giorno che passa: lo è sempre stato e sempre lo sarà. E’ come il vino, più invecchia, più è buono. E sul red carpet della Berlinale lo ha dimostrato con il suo sorriso.
2- Lunghi capelli bianchi
Il suo hairstyle non è passato inosservato alla Berlinale. Di un bianco candido, come la sua anima: si è convertito un buddismo e difende ogni giorno cause importantissime in giro per il mondo. Bello e bravo!
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3- Un film di tutto rispetto
Alla Berlinale ha presentato The Dinner, di Oren Moverman, tratto dal bestseller dell’olandese Herman Koch. Richard Gere è il padre di un adolescente che ha commesso un crimine… Un ruolo molto forte per lui.
4- Richard Gere contro Trump
Ebbene sì, alla Berlinale ha parlato del nuovo presidente americano, che già ne ha combinate molte.
“La cosa più orribile che ha fatto è stato associare queste due parole: rifugiato e terrorista. Questo è ciò che ha fatto, cambiato il linguaggio. Invece di pensare al rifugiato come a qualcuno che fugge da qualcosa e che noi vogliamo accogliere e aiutare, ora abbiamo paura di loro. Il più grande dei crimini è stato far coincidere queste due idee. Dobbiamo avere ben chiaro quello che lui e il partito conservatore hanno fatto“.
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5- In lotta contro ogni discriminazione
“Per voi europei è difficile capire quanto quel conflitto sia radicato nella nostra cultura. E che è vivo anche oggi nell’era Trump: East Cost e West Coast contro il resto d’America. Purtroppo lui ha stimolato questa divisione aggressiva tra due tipi di pensiero. Quando Trump dice “l’America viene prima”, intende “io vengo prima”, “i bianchi americani vengono prima”. E questo in un mondo in cui invece gli esseri umani dovrebbero prima di tutto comunicare, amarsi, prendersi cura gli uni degli altri“.
Possiamo fare lui presidente degli Stati Uniti d’America?