50 Sfumature di Rosso: la sensuale trilogia giunge alla fine
L’ultimo atto di un “grande amore" ma con poco mordente
Arrivano in sala le sensuali Sfumature, e sono quelle di rosso a chiudere definitivamente la trasposizione cinematografica della trilogia di E.L. James. Prima il grigio che ha segnato l’inizio di una relazione complicata, poi il nero diventato simbolo di compromessi e autodeterminazione e, in fine, il rosso che si, consolida, ma mette a rischio il tutto e per tutto.
Sono già passati sette anni da quando il primo libro di E.L. James, grazie a un incredibile passaparola, è entrato nella vita di molte donne e, Anastasia e Christian, hanno dato nuovamente vigore a un genere tenuto spesso nascosto: l’erotismo. Si, perché in fondo dei meriti queste sfumature li hanno, ed è quello di aver reso l’erotismo, la seduzione e l’auto-erotismo non più un taboo. Certo, in questi anni di libri e film, ci saremmo aspettate un focus più approfondito su un argomento che, invece, anche nel terzo capitolo, viene trattato con una superficialità a tal punto da dimenticarsi della seduzione.
In tutto questo c’è dell’ironia! Si, perché quella che doveva essere la trilogia più scandalosa di sempre in un cinema ordinario che ha dimenticato il senso della parola provocazione, finisce col diventare il più ordinario tra i “meno ordinari”.
E vissero felici e contenti?
Adesso, però, dopo i tira e molla, le incomprensioni, la condivisione di un mondo segreto e perverso, è giunto il momento di vedere come questo amore andrà a finire. E Christian ed Anastasia sono finalmente, e felicemente, marito e moglie (anche se avremmo voluto curiosare di più in questa prestigiosa e attesa cerimonia), ma per Mr. e Mrs. Grey, quanto a lungo potrà durare la tranquillità? Ebbene, non molto. I fantasmi del passato – un passato non troppo lontano – ritornano e Ana – che sembra avere addosso una calamita per gli uomini dal passato complicato e con qualche piccolo problema di possessione – si troverà nuovamente in balia di gelosie e vendette.
Al caro Jack Hyde sembra non essere andata giù la scelta di Mrs. Grey, soprattuto adesso che la ragazza ha fatto strada, sostituendolo nel ruolo di direttrice editoriale. Nel film si cerca, quindi, di ripercorre la linea thriller delle Sfumature di Nero, eppure qualcosa, lungo il percorso, va storto.
Si, le care Sfumature, dopo qualche piccolo passetto fatto avanti dal predecessore, perdono del tutto mordente. Nella storia è impossibile trovare un focus e i due protagonisti sono sballottolati come due palline da ping pong tra un ostacolo inverosimile e l’altro.
Inseguimenti e rapimenti. Un po’ di stanza rossa, ma veramente pochissimo. Qualche scena con gli addominali di Jamie (che non fa mai male) e una povera Anastasia Steele continuamente perseguitata da donne vogliose del suo uomo, una guardia del corpo molto seducente e un ex-capo pericoloso. Tutto mostrato in modo frettoloso, senza lasciare assaporare il momento, contornato da dialoghi abbozzati, protagonisti ancora una volta relegati al loro ruolo stereotipato e una visione troppo denigrante della donna. Anastasia finisce sempre con il restare vittima delle infantili gare tra ormoni maschili, fungendo non tanto quanto eroina capace di decidere del proprio destino, ma mero trofeo da sfoggiare con tanto trionfo.
Signori, non siamo tutte mangiatrici di uomini o donzelle da salvare. Ricordatevi che oltre alle gambe c’è di più ma, soprattutto, un bel cervello lo abbiamo anche noi e siamo pronte ad usarlo!
E la seduzione?
Purtroppo viene a mancare anche quella! 50 Sfumature di Rosso dimentica del tutto il suo genere, seminando, di tanto in tanto, qualche nudo non ben armonizzato con la struttura della storia e relegando a davvero pochissimi e brevi attimi le scene di passione tra i due novelli sposi. Ana ha deciso di castrare meno l’indole dominatrice di Christian, eppure il tutto è relegato a dei piccoli giochetti che di scandaloso possiedono molto poco. Il BDSM? Quello, ormai, lo abbiamo dimenticato da un pezzo.
Jamie Dornan abbandona l’idea di dare un minimo di profondità al suo personaggio, decidendo che è meglio mostrare qualche addominale e gluteo in più. Dakota Johnson sembra essersi arresa all’idea di un’interpretazione senza stile, sminuendosi in ogni scena. Tesoro, con quei tacchi potresti avere il mondo ai tuoi piedi!
Sfumature si o sfumature no?
Purtroppo, anche sul finale, le sfumature più che brividi di seduzione regalano qualche risata ma anche il rimpianto di una vera occasione sprecata. L’amore, se vuole, vince sempre, ma non l’amor proprio. La superficialità che alleggia attorno al film non permette di approfondire tematiche, sviluppare personaggi che, nel tempo del Time Is Up, delle molestie e degli abusi, avrebbero potuto avere un peso molto specifico. Le Sfumature di E.L. James vogliono crogiolarsi in un mondo dove le donne sono delle sottomesse, non posso aspirare a dei ruoli autodeterminati all’interno della società e del lavoro e sono dipendenti dagli uomini. Ribellarsi vuol dire essere puniti, fuori e dentro il letto. Forse, non è proprio di questo che abbiamo bisogno adesso e “l’incastralo finché sei in tempo” ha smesso di andare di moda un po’. Ma, forse, è meglio che tutto questo abbia trovato la parola “fine” adesso.
Buona vita, cari Mr. e Mrs. Grey!