Addio a Marta Marzotto, la regina della moda italiana (e di look eccentrici)
Era da tempo malata e da giorni era ricoverata in una clinica milanese.
Addio Marta Marzotto: è morta la stilista ed ex modella italiana, conosciuta in tutto il paese per i suoi look eccentrici, ma anche per le sue iniziative solidali, oltre che per essere state una delle grandi protagoniste dei salotti più in italiani. Da tempo Marta Marzotto era malata e da qualche giorno si trovava ricoverata presso la clinica La Madonnina di Milano. A 86 anni dice addio al mondo della moda, ma anche dell’arte, della politica e del charity del nostro paese.
Marta Vacondio era nata il 24 febbraio del 1931 a Reggio Emilia: il padre era un casellante delle ferrovie italiane, mentre la madre era mondina. Lei stessa per qualche tempo lavorò nelle risaie, prima di iniziare a lavorare come sarta e di approdare a Milano per coronare il suo grande sogno di una carriera nel mondo della moda. Ha iniziato come modella per le sorelle Aguzzi.
Proprio nel mondo della moda, all’inizio degli anni Cinquanta, conosce il conte Umberto Marzotto, vicentino, comproprietario con i fratelli dell’omonima industria tessile. Dopo due anni di fidanzamento i due si sono sposati: era il 18 dicembre del 1954. Dalla loro unione sono nati cinque figli: Paola (nata nel 1955, madre di Beatrice e Carlo Borromeo), Annalisa (nata nel 1957, malata di fibrosi cistica, morta nel 1989), Vittorio Emanuele (nato nel 1960), Maria Diamante (nata nel 1963) e Matteo (nato nel 1966).
Dopo il divorzio ha continuato a usare il cognome dell’ex marito. Appassionata di moda, ma anche di pittura: ebbe un ruolo importante nella carriera di Renato Guttuso, rappresentandola in molte opere. Molto attiva nei salotti bene italiani, è stata anche stilista e disegnatrice di gioielli. E’ stata anche condannata a 8 mesi di carcere con la condizionale e a una multa di 800 euro per essere stata responsabile della riproduzione nel 2000 di alcune opere in suo possesso, opere di Guttuso i cui diritti sarebbero spettati al figlio: nel 2011, però, la Corte d’Appello ha dato ragione a lei, perché il fatto non costituisce reato.
Addio Marta, ci mancheranno i tuoi cappellini eccentrici, ma anche il tuo impegno nel sociale!