Ainett Stephens parla del figlio autistico. Sonia Bruganelli: “La disabilità non è un dono”
La moglie di Paolo Bonolis vive una condizione simile a quella di Ainett con la figlia Silvia
Momento toccante ieri nel corso della puntata del Grande Fratello Vip. Alfonso Signorini ha voluto parlare con Ainett Stephens mostrandogli una clip in cui ha riassunto tutte le volte in cui ha parlato di suo figlio Christopher di 6 anni affetto da autismo.
“Improvvisamente ha smesso di parlare, abbiamo visto un cambiamento drastico. La neuropsichiatra ha visto subito che c’era qualcosa che non andava. Tante volte chi ha un figlio affetto da autismo deve andare da uno psicologo per farsi aiutare ad accettare questa situazione. Io però Christopher non lo cambierei con nessun bambino al mondo” – le parole dette da Ainett nella casa.
Ritornati in studio l’ex gatta nera ha voluto prendere la parola per ribadire come la diagnosi precoce sia importante e come non bisogna aver paura come genitore di affrontare la malattia del proprio figlio.
“Nessun genitore vuole ricevere una notizia del genere. Siamo rimasti devastati. Il bambino aveva smesso di parlare. Fino a 2 anni parlava, poi non ha detto più niente. Ho dovuto lavorare molto su me stessa e mi sono appoggiata alla fede. È importantissima la diagnosi precoce. I genitori a volte non vogliono vedere. Il bambino deve essere subito visitato. Iniziare il percorso riabilitativo in età precoce permette un maggiore miglioramento” – le sue parole.
L’intervento di Sonia Bruganelli su Ainett Stephens
Alla fine Sonia Bruganelli ha chiesto di poter parlare con Ainett. La moglie di Paolo Bonolis vive una condizione simile con sua figlia Silvia che oggi ha 19 anni e che a causa di un’ipossia e arresto cardiaco, ha riportato dei danni motori e al linguaggio.
“Capisco la tua forza. Spesso si tende a non voler vedere perché si ha paura di tutto ciò che si deve affrontare. L’unica cosa che mi sento di dire, io che vivo una situazione simile alla tua, che ci sono persone come me non sono ancora riuscita a vedere la disabilità di mia figlia come un dono. Avrei voluto che mia figlia potesse correre, ora ha 19 anni, sono felice per te che con la fede sei riuscita a essere forte, ma bisogna rispettare le persone che non la vedono come un dono, per me non è un dono” – ha detto Sonia.