Asia Argento si schiera a difesa di Fabrizio Corona: “Non è un assassino”
L'attrice ha lanciato un appello su Instagram di unirsi alla lotta per chiedere giustizia per Fabrizio Corona
Fabrizio Corona dovrà ritornare in carcere. Lo ha deciso il Tribunale di Sorveglianza di Milano che gli ha revocato gli arresti domiciliari dopo alcuni comportamenti non in linea con il tipo di detenzione come le ospitate in tv, l’uso eccessivo dei social e la visita a casa di soggetti pregiudicati. L’ex re dei paparazzi appena appresa la notizia dal suo avvocato ieri mattina, è andato letteralmente in escandescenza ferendosi ai polsi e pubblicando il tutto sul suo profilo Instagram.
“Adesso vi faccio vedere come si combatte l’ingiustizia. Pronto a dare la mia vita in questo paese ingiusto” – ha scritto Corona pubblicando la foto della sua faccia ricoperta di sangue.
Poco dopo è arrivata la polizia con un’ambulanza per portarlo in ospedale a medicare le ferite ma anche in questa occasione ha cercato di opporre resistenza agli agenti che sono stati costretti ad immobilizzarlo. Attualmente Corona è ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale Niguarda di Milano piantonato dai poliziotti del carcere di Opera, dove verrà trasferito appena sarà dimesso. Dovrà scontare altri 3 anni e mezzo di carcere.
Asia Argento si schiera a difesa di Fabrizio Corona
A schierarsi al fianco di Fabrizio Corona ci ha pensato anche Asia Argento. Dopo la fine della storia nel 2018 tra di loro i rapporti sono rimasti molto affettuosi. Asia ha voluto esprimere tutta la sua vicinanza e solidarietà facendo appello ai suoi fan di unirsi alla lotta perché sia fatta giustizia per Fabrizio.
“Quest’uomo non è un assassino, uno stupratore, un mafioso, uno spacciatore, un criminale” – ha scritto sotto una foto che ritrae Corona con il volto sporco di sangue. “Ha sicuramente fatto un sacco di stupudaggini nella vita, ma ora, a 46 anni, nonostante ne abbia già passati più di 6 in carcere, è un cittadino reinserito, che lavora e dà da lavorare, che paga le tasse, è un padre, un figlio, un fratello ed un amico che si rende conto dei suoi errori per i quali ha chiesto scusa ad un giudice, davanti a tutti”.
Alla fine ha concluso dicendo:
“Ma non gli viene perdonato proprio quel disturbo bipolare e narcisistico della personalità che gli è stato diagnosticato dai medici stessi dello stato, sotto i quali era in cura. Ora ditemi voi come potrà quest’uomo apparentemente smargiasso ma profondamente fragile, passare incolume altri tre anni e mezzo in carcere, io non conosco nessuno che sia uscito “riabilitato” dopo una lunga prigionia. Fare di Corona un caso esemplare solo perché è un personaggio pubblico è una roba da medioevo. Ma l’Italia non è un paese di lobotomizzati. Per questo io oggi io grido con voi: GIUSTIZIA PER FABRIZIO!”.