Aspettando Midnight in Paris
Ha aperto l'ultima edizione del Festival di Cannes, c'erano grandi aspettative da parte di tutti e Midnight in Paris le ha sorprendentemente superate... grandemente!
Per me è sempre un piacere avere la possibilità di chiacchierare di Woody Allen e questo è un periodo in cui le argomentazioni su di lui non mancano di certo.
Nonostante non si faccia altro che parlare del prossimo film che verrà registrato a Roma e vedrà nel ricchissimo cast anche Benigni, io preferisco fare un passettino indietro e parlarti di “Midnight in Paris”: non era in concorso, ma l’ultima fatica cinematografica del maestro Allen, ha dignitosamente aperto l’ultima edizione del appena concluso Festival di Cannes.
Per i francesi l’evento ha assunto un aspetto particolare, prima di tutto per la presenza nel cast della première dame di Francia Carla Bruni-Sarkozy e poi per l’indimenticabile episodio gossipparo della visita inaspettata sul set del Presidente.
Con “Midnight in Paris”, Woody torna al passato, ai musicisti che adora, alla letteratura che lo ha formato, agli artisti che riempiono il suo bagaglio culturale.
A mio parere il film è davvero bello: si apre con una carrellata sui luoghi più caratteristici della Ville Lumiere, si passa dal sole alla pioggia, dal giorno alla notte con l’immancabile Tour illuminata e un sottofondo musicale di Sidney Bechet che accompagna l’intera sequenza.
In breve: il film racconta di due fidanzati, Gil e Inez, a Parigi alla vigilia del matrimonio, lui innamorato della città, vorrebbe viverci, anche sotto la pioggia, lei invece, sogna Malibu, il caldo perenne e l’asciutto.
C’è una visibile incompatibilità tra loro, ma la magia parigina scocca con i rintocchi di mezzanotte, esattamente come nella fiaba di Cenerentola. Come lei che fuggiva perdendo la scarpina e saliva sulla carrozza, Gil sale su una vettura d’epoca e si trova a faccia a faccia con Zelda e Scott Fitzgerald. Gil viene portato a un ricevimento di Jean Cocteau e tutti i suoi idoli del passato sono alla festa: Thomas Elliot, Matisse, Cole Porter che suona al piano, Josephine Baker che canta e balla la conga, Djuna Barnes. E poi c’è Hemingway, qui cinico più che mai, che chiarisce che gli scrittori sono in competizione tra loro e mette in guardia il neo scrittore sulla fedeltà della fidanzata. Gil incontra anche Bunuel, Dalì e Man Ray e racconta loro della sua doppia vita e dell’esperienza spazio-temporale, ma loro non ci trovano nulla di strano, in fondo perché dovrebbero?sono surrealisti!
E’ un film divertente, raffinato, ricchissimo di dettagli e a tratti anche emozionante, l’unico pecca? in Italia sarà visibile solo dal prossimo dicembre…c’est la vie.