Chantal Ughi al Biografilm 2016: dal cinema al Muay Thai in lotta con il passato
L'affascinante storia dell' attrice italiana diventata campionessa di Muay Thai
“La mia vita è sempre stata un combattimento” ha detto Chantal Ughi, un’attrice e artista italiana che nel 2008 ha mollato tutto ed è andata in Thailandia per imparare il Muay Thai. Ospite al Biografilm Festival 2016, dove è stato presentato il docufilm sulla sua vita, GoodBye Darling, I’m off to fight/Ciao amore vado a combattere, Chantal è apparsa molto emozionata all’idea di un racconto per immagini che racchiudesse la donna, l’atleta e l’artista sempre in giro per il mondo in cerca di un riscatto personale ed emotivo. Dopo aver fatto la modella e l’attrice di cinema in Italia e all’estero, è partita per New York dove ha passato diversi anni a fare l’artista con la sregolatezza che ne consegue.
“Ero fidanzata con un musicista che si drogava e beveva molto. Ho deciso a un certo punto di salvarmi diventando un’atleta e facendo una vita più salutare. E’ stata una sfida con me stessa per vincere le paure e dimenticare i traumi del passato. E in una palestra newyorchese ho conosciuto la muay thai, un’arte antica con una sua ritualità che mi ha affascinato e ho trovato adatta a me” ha spiegato con gli occhi di una donna che ha sofferto, ma è soddisfatta dei risultati raggiunti.
Lo sport per esorcizzare il passato
Il regista del documentario Simone Manetti è riuscito a catturare l’anima di Chantal, raccontando al pubblico una storia che non si limita ai successi sportivi e all’arte del muay thai, ma scava in profondità nelle emozioni e sensazioni di un essere umano in conflitto con se stesso, che sceglie di avventurarsi lungo una strada misteriosa con coraggio e forse anche un po’ di sana incoscienza. “Volevo isolarmi dalla società, volevo vivere nei campi poveri thailandesi e riflettere su me stessa. Ho passato molto tempo da sola, ma mi piaceva” ha continuato a raccontare sfidando un’apparente timidezza, che sembra quasi impossibile vedendola sul grande schermo mentre sferra calci e pugni a numerosi avversari per conquistare il titolo mondiale. La Thai Boxe era diventata l’unico modo per sfogare la sua rabbia e uno strumento per esorcizzare i demoni del passato che hanno cercato più volte di rallentare le sue ambizioni.
Con lo stile di puro reportage e circa 12 ore di macchina a mano Goodbye Darling, I’m off to Fight segue la protagonista nelle sue giornate in Thailandia a un anno dal ritiro per infortunio, tra gli allenamenti in palestra e i ricordi di una vita privata conflittuale e sfortunata. Manetti sembra voler regalare alla sua protagonista un’esperienza catartica, un’idea che quest’ultima ironicamente ha commentato: “Da piccola ero cleptomane e avevo girato un cortometraggio chiamato “La mia mano destra”, dopodiché sono guarita. Quindi anche questo documentario in un certo senso mi sta aiutando in un altro modo inconscio”.
Ispirata dal film Beautiful Boxer del 2004, biopic sul boxer Parinya Charoenphol che cambia sesso per diventare una donna, Chantal Ughi ha seguito il consiglio del suo maestro di Thai Boxe a New York, ed è stata una dei pochi europei a imparare questa arte marziale proprio in Thailandia secondo la tradizione. “Quando qualche tempo fa mi hanno detto “You fight like a thai” mi sono sentita realizzata perché quello era il mio sogno!”.
Voltare pagina per un ritorno all’arte
Ma non è stato facile, anche perché questo sport era culturalmente maschile fino a poco tempo fa e le donne non potevano nemmeno toccare il ring perché si credeva portassero sfortuna solo con la loro presenza all’interno della palestra. Nei primi anni di permanenza a Bangkok, Chantal ha realizzato dei video all’interno delle palestre che frequentava e dei dintorni, ma il documentario non ha avuto vita facile tra furto di materiale e mancanza di tempo da dedicare al progetto. Dopo il tentativo di un regista americano, Manetti è arrivato nel momento giusto e ha realizzato un docu-film coinvolgente e interessante che emoziona e permette di conoscere una storia di passione e coraggio originale.
“Quando l’ho contattata era appena tornata in Italia. Lei stessa aveva girato del materiale di repertorio e un altro regista aveva tentato di fare un documentario su di lei prima. Ma ne aveva salvato solo una parte e così le ho proposto di voler curiosare nella sua vita. Non sapevo ancora se fare un film, un reportage o un documentario sulla sua storia fino a quando lei mi ha chiamato dicendomi che sarebbe tornata due mesi in Thailandia per combattere per il titolo e così siamo partiti con lei” ha raccontato. Ormai quella parte della sua vita si è conclusa e Chantal Ughi desidera risvegliare la sua parte artistica. “La recitazione è sempre stata una mia grande passione. Mi piacerebbe lavorare con Paolo Sorrentino o Lars Von Trier. Mi ricordo una volta che ho intervistato Jean Luc Godard a Locarno ed è stato molto emozionante” ha spiegato, felice di aver potuto raccontare la sua esperienza unica al pubblico.