Chiara Ferragni paga solo l’1% di tasse sui profitti delle sue società: come è possibile
Chiara Ferragni è riuscita a costruire un impero con sistemi che riducono (legalmente) le tassazione delle sue società addirittura del 95%.
Da quando è esploso il caso Balocco, non passa un giorno che sia senza una nuova notizia, un’indiscrezione, talvolta anche uno scoop, su Chiara Ferragni. L’ultima notizia sull’influencer e imprenditrice è associata a un libro in arrivo che analizza dettagliatamente i bilanci della Ferragni nelle sue attività. Il nodo dei suoi guadagni e dell’utilizzo delle sue risorse è diventato cruciale in ogni trattazione che la riguarda, date le notizie e gli attacchi ricevuti da lei e il marito Fedez.
“Fiscalmente inattaccabile. La strategia definitiva per ridurre drasticamente le imposte e vivere serenamente il rapporto con il fisco” di Gianluca Massini Rosati è un testo nel quale vengono esaminati dettagliatamente i conti della Ferragni. È qui che emergono i “trucchetti” (ovviamente legali) che l’imprenditrice e le sue società impiegano per minimizzare il pagamento delle tasse. Si tratta di stratagemmi diffusi e applicati all’ordine del giorno praticamente in tutto il Paese.
La prima delle società collegate a Ferragni è la Fenice srl, ex Serendipity, con 23 dipendenti e un fatturato di 14,2 milioni di euro nel 2022,. Qui, l’influencer è amministratrice delegata. La seconda è Tbs Crew Srl, azienda già multata dall’Antitrust, e che gestisce le altre attività dell’influencer. Queste due società operative sono sottoposte alla società madre Sisterhood, la holding del gruppo, con un fatturato di 4,5 milioni di euro e un utile di 2,4 milioni di euro. La società si occupa della gestione degli asset immateriali e della percezione di royalties sui brand e sull’immagine di Chiara Ferragni.
Lo schema è progettato per “finanziare la società semplice Ferragni Enterprise Ss, destinata alla gestione delle proprietà immobiliari”. Tra queste, il lussuoso attico in cui i Ferragnez si sono recentemente trasferiti. Nel 2011, Chiara Ferragni, insieme all’allora fidanzato Riccardo Pozzoli, aveva costituito la Tbs Crew Srl con 10 mila euro di capitale sociale. Ferragni allora deteneva il 65% delle quote.
Nel 2013, l’asset societario cambia con l’ingresso della Esuriens Srl, holding di partecipazione delle famiglie Morgese e Barindelli. Nel 2021, Chiara Ferragni sceglie di acquisire il 35% da Esuriens per circa un milione di euro, diventando proprietaria del 100%. Nello stesso anno, tutte le quote della Tbs Crew Srl vengono trasferite dalla Ferragni alla Sisterhood Srl, che diventa holding unipersonale.
La galassia societaria legata a Chiara Ferragni segue quindi uno schema preciso, costruito nel tempo. Questo consente all’influencer e imprenditrice di pagare solo “l’1,2 per cento” di tasse sugli utili della holding che gestisce tutti gli altri enti collegati. La struttura “holding-trading-Ss”, come descritta da Massini Rosati, offre numerosi benefici fiscali attraverso la “normativa Madre-Figlia”. La normativa in questione prevede infatti che solo il 5% degli utili distribuiti a una società madre dalla società figlia costituisca base imponibile per il calcolo dell’Ires. Questo determina una riduzione di oltre il 95% delle imposte, che passano dal 26% all’1,2%.
Fonte: Oggi