Ddl Zan, le dichiarazioni di Francesca Pascale: “Lo trovo degradante, mi sbattezzo”
L'ex compagna di Silvio Berlusconi ha criticato le posizioni adottate da Forza Italia e dalla Chiesa nei confronti del disegno di legge
Da settimane ormai il Ddl Zan è diventato uno degli argomenti più discussi degli ultimi tempi. In un’intervista rilasciata al quotidiano la ‘Repubblica’, Francesca Pascale ha fatto delle importanti dichiarazioni riguardo tale disegno di legge. In particolar modo, l’ex compagna di Silvio Berlusconi si è mostrata delusa nei confronti delle posizioni adottate da Forza Italia e dalla Chiesa sul provvedimento.
Francesca Pascale contro Forza Italia e la Chiesa. L’ex compagna di Silvio Berlusconi, infatti, è intervenuta riguardo uno degli argomenti più discussi degli ultimi tempi. La donna ha rilasciato un’intervista al giornale la ‘Repubblica’ in cui ha espresso tutte le sue idee a riguardo.
Innanzitutto, Francesca Pascale si è scagliata profondamente contro la Chiesa. La donna ha espresso tutta la sua delusione per l’atteggiamento che la Chiesa ha adottato nei confronti del disegno di legge. In particolar, la donna ha dichiarato di essere pronta a ‘sbattezzarsi’. Queste sono state le sue parole:
La Chiesa discrimina gli omosessuali e fa ingerenza politica sul disegno di legge. Come si possono avere colori politici sui diritti umani? Trovo degradante lo scontro su un tema come l’omofobia.
Ddl Zan, le critiche di Francesca Pascale su Forza Italia
Il tema del Ddl Zan è molto caro all’ex compagna di Silvio Berlusconi la quale, oltre a scagliarsi contro la Chiesa, ha criticato duramente anche il partito di Forza Italia. In particolar modo, la Pascale ha accusato il partito di aver adottato lo stesso comportamento della Lega.
A riguardo queste sono state le sue parole:
Copiare la Lega non conviene, tanto vale allora votare l’originale […] Io non voterei mai Lega ma se questa legge l’avesse scritta Salvini l’avrei appoggiata lo stesso
La Pascale, inoltre, si augura che, se la discussione sul Ddl Zan in Senato dovesse slittare a settembre, il disegno di legge non diventi motivo di campagna elettorale.