Dolcissime, il regista Francesco Ghiaccio: “È un film sulla metafora del chi siamo ma che non abbiamo il coraggio di dire”
Dal Giffoni Film Festival al cinema, da oggi in sala il film Dolcissime
Dopo essere stato presentato al Giffoni Film Festival, arriva in sala il film Dolcissime diretto da Francesco Ghiaccio e scritto dallo stesso Ghiaccio con Marco D’amore, con protagonista Valeria Solarino e un cast di giovanissime e indite attrici.
“Un film tutto al femminile e per di più incentrato su un’età molto lontana dalla nostra: una vera e propria sfida! Ringraziamo Vision Distribution per averci sempre creduto e Giffoni 2019 per averlo accolto“: così Francesco Ghiaccio e Marco D’Amore in apertura di DOLCISSIME l’opera seconda di Ghiaccio, sceneggiata con D’Amore presentata in anteprima nel quinto giorno della 49esima edizione del Giffoni Film Festival. Il film – una produzione Indiana Production e La Piccola Società in collaborazione con Vision Distribution e con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte – uscirà nelle sale il prossimo 1 agosto distribuito da Vision Distribution.
Con loro Valeria Solarino e le giovanissime protagoniste Giulia Barbuto Costa Da Cruz, Alice Manfredi, Margherita De Francisco e Giulia Fiorellino. “Ho amato tantissimo questa storia per i temi che tratta e per la delicatezza con cui lo fa” dice la Solarino, nel ruolo di una madre rigida e chiusa. “Si tende sempre a dare etichette: troppo semplice definirlo un film sull’obesità. Dolcissime racconta di una fase della vita – dice D’Amore – Il cuore della storia è vedere queste quattro ragazze riconoscersi negli stessi problemi e nelle stesse incertezze“. “Non importa che forma o che colore si abbia: siamo uguali” sottolineano le protagoniste che ribadiscono con forza un punto centrale del racconto, l’invisibilità subita. “Siamo invisibili perché non siamo quello che la società chiede. Ed è una brutta sensazione” aggiungono.
Guarda la nostra intervista a Valeria Solarino e Francesco Ghiaccio
“Le protagoniste cercano il proprio posto nel mondo, una dimensione che non è solo dell’adolescenza – dice Ghiaccio – e la mancanza di diritti uguali per tutti rende anche noi quarantenni invisibili per molti versi“. “Io invece vorrei diventare invisibile, quasi dimenticato: quando mi dicono che sono bravo in qualcosa smetto di farla. Mi hanno detto ‘sei un attore fantastico’ e ho smesso… Toni Servillo me lo dice sempre di aprire una pizzeria“, scherza D’Amore, sempre più in cerca di una mimetica dimensione autoriale.